Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La Tav porta con sé il filobus «Svolta nel trasporto locale»
Sarà un pullman elettrico come quello di Zurigo. Tragitto da 12 chilometri
VICENZA Diciotto fermate, un tragitto di dodici chilometri da est a ovest e un nome ancora tutto da trovare. Perché non sarà un filobus, quello è certo. Il nuovo orizzonte del trasporto pubblico locale sarà un bus elettrico - una sorta di «e-bus» - che approderà a Vicenza prima ancora dell’arrivo dei nuovi treni dell’alta velocità-alta capacità ferroviaria. La Tav infatti secondo i dettami di Rfi (Rete ferroviaria italiana), che ne ha curato la progettazione preliminare giunta sui tavoli di Palazzo Trissino lo scorso 19 ottobre, sarà realtà in città non prima del 2025.
Per realizzare l’infrastruttura e tutte le opere connesse (valore totale del progetto: 805 milioni di euro) serviranno almeno sei anni di cantiere e dunque i lavori potrebbero iniziare fra un paio d’anni. In quei sei anni i primi interventi riguarderanno opere connesse di viabilità (nuove strade, rondò, sottopassi e piste ciclopedonali) e il filobus, con quest’ultimo che, da solo, avrà un costo stimato in 25,6 milioni di euro. Ma sarà un’opera importante, tanto che secondo il sindaco, Achille Variati, «darà una svolta al trasporto pubblico locale in città». Nella testa del primo cittadino l’opera sarà una sorta di testa d’ariete: «Una volta realizzata - è la tesi di Variati - mi immagino che verrà automatica la spinta a realizzare altri assi della filovia elettrica lungo le principali linee della città».
Nei dettagli, il nuovo bus elettrico attraverserà la città da ovest a est, consentendo allo stesso tempo di raggiungere il centro storico dalle due aree di accesso principali del capoluogo. I due capolinea saranno da una parte in zona Fiera (ovest) e dall’altra in viale Leonardo da Vinci, nell’area exApa (est).
Il tragitto del nuovo bus: dalla Fiera percorrerà viale San Lazzaro, viale Verona, corso San Felice e viale Roma, ovvero in stazione. Da qui poi continuerà per viale Venezia, viale Risorgimento, viale Margherita, viale Giuriolo, Leva’ degli Angeli e fino a corso Padova, dove si collegherà con viale della Pace e viale Camisano. In tutto saranno quasi dodici chilometri di tracciato che sarà percorso per la maggior parte su strade esistenti - ma sgravate dal traffico, specie a ovest diviso in 18 fermate «doppie» (36 considerando le pensiline dall’altro lato della strada), con un tempo di percorrenza di circa venti minuti e con una frequenza ipotizzata di un mezzo ogni 7 minuti.
Ma a fare realmente la differenza non saranno il tragitto o la velocità, bensì i bus stessi. I mezzi saranno elettrici - e da qui il fatto che dal punto di vista tecnico non sarà un filobus - muniti di batterie e dunque sprovvisti di collegamenti tramite fili in aria e provvisti, invece, di punti di ricarica alle fermate e ai capolinea. Saranno veri e propri bus, ma per immaginarseli occorre fare un salto nel futuro: ruote nascoste dalla carena, profilo a pochi centimetri da terra e display elettronici a bordo e alle fermate.
Un esempio sono i mezzi che girano a Zurigo, mentre a Parigi li stanno sperimentando. Ecco, Vicenza s’innesterà in questo trend.
I progettisti hanno studiato con attenzione la geografia urbana della città, specie del centro storico, e hanno disegnato il tracciato del nuovo bus come pure individuato le aree dove realizzare le fermate. E in questo senso le maggiori difficoltà sono insorte nella zona fra contra’ Padova e corso Padova: «Oltre alla non generosa piattaforma stradale esistente - scrivono i tecnici - si è reso necessario un ridisegno dell’intero marciapiede esistente per dare continuità al percorso pedonale e mantenere l’accesso ai frontisti».