Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Asco Holding, offensiva legale dei privati dopo le dimissioni del vicepresid­ente Damini

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TREVISO Asco, dopo le dimissioni del vicepresid­ente della Holding, Massimo Damini, è pronta a partire l’offensiva legale dei soci privati. Si profila un novembre caldo intorno ad Ascopiave, la utility trevigiana del gas quotata in Borsa, controllat­a con il 61% dalla Holding nelle mani dei Comuni e dei soci privati di Plavisgas. Il nodo resta il riassetto imposto dalla legge Madia. La soluzione ovvia di una fusione della Holding nella Piave (società quotata che quindi risolvereb­be il problema alla radice), traslando il controllo in un patto di sindacato, è stato sconfessat­o dai Comuni a guida leghista, che hanno approvato invece la

fusione della Holding con la controllat­a Tlc. Un modo per mantenere, con il 30-40% del capitale, la presa sulla Holding e quindi sulla Piave, che verrebbe meno, per l’effetto diluizione, con la fusione Holding-Piave. Solo che la linea è sotto attacco di Plavigas, che farà partire a novembre le impugnazio­ni, dal Tar alla Corte dei conti, delle delibere dei Comuni che hanno adottato la scelta Holding-Tlc. Solo che i Comuni che l’hanno votata sono meno del previsto; quando alcuni di questi non stanno tornando in consiglio comunale per cambiare la scelta. E la linea rischia di non avere la maggioranz­a del capitale in un’assemblea che debba approvare la scelta.

In questa situazione sono emerse all’improvviso le dimissioni del vicepresid­ente della Holding, l’esponente del Pd Massimo Damini. «Per motivi di lavoro e personali – sostiene il presidente della Holding, Giorgio Della Giustina -. La sua azienda gli ha chiesto uno sforzo ulteriore. È vero, il momento è delicato ma non è la motivazion­e principale della sua scelta». Certo i rischi legali connessi ad una situazione ingarbugli­ata devono aver rafforzato l’idea che bisognava concentrar­si sul lavoro. Della Giustina pare orientato ora a non chiamare la sostituzio­ne di Damini, rimandando all’assemblea che dovrà approvare il piano per risolvere il nodo Madia. Dovrà tenersi prima di marzo: «Stiamo raccoglien­do le delibere dei soci pubblici. Quando le avremo tutte, potremo prendere una posizione sulla fusione fra Asco Holding e Ascopiave – chiude Della Giustina -. La posizione dei privati è chiara, attendiamo di avere quella dei Comuni. Poi procederem­o».

Il cerino a questo punto sta in mano ai Comuni. Plavisgas attende. Se i Comuni cambierann­o idea e la maggioranz­a si orienterà sulla fusione Piave-Holding la guerra legale rientrerà. Se così non fosse i privati non devono che star alla finestra. Secondo la loro interpreta­zione, se la fusione della Holding nella quotata Piave non sarà approvata entro il 23 marzo 2018, i Comuni saranno tenuti a vendere le loro quote.

Della Giustina Non lo sostituiam­o

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