Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Anch’io molestato: era una giornalist­a famosa»

Lungo post ricordo: «Una sera a casa sua in cambio di una buona recensione sul libro»

- Francesca Visentin

ROVIGO La «proposta indecente» risale a dieci anni fa. Un giovane scrittore di provincia che stava per pubblicare il primo romanzo, una matura giornalist­a molto nota e influente, una festa stile «Grande Bellezza». E la decisione che (forse) avrebbe fatto la differenza. Mattia Signorini, scrittore di Rovigo oggi affermato, autore Marsilio, direttore artistico del Festival «Rovigoracc­onta» e fondatore della scuola di scrittura Palomar, racconta con un lungo post su Facebook quella «proposta indecente» di dieci anni fa, mantenendo assoluto riserbo sull’identità della giornalist­a in questione. «Che oggi avrà circa ottant’anni - precisa - ed è ancora molto famosa, ma non l’ho più rivista».

Sulla scia del caso Wenstein e delle varie accuse di molestie che si sono rincorse in quest’ultimo mese, il post di Signorini, ha innescato centinaia di commenti e condivisio­ni e ha fatto esplodere un pruriginos­o «affaire» a Nordest. Lo scrittore rodigino non vuole aggiungere nulla di più di quanto affidato ai social, sottolinea però che nel suo caso non fu molestia: «Potevo scegliere e ho scelto. È stata una proposta molto sfacciata, che mi ha turbato e ferito. Ma subire o no dipendeva solo da me».

Su Facebook Mattia Signorini non lesina i dettagli: «La mia agente letteraria mi aveva portato a una festa in un grande appartamen­to milanese. Voleva fare conoscere un po’ di mondo a un ragazzo che veniva dalla provincia. Era il settembre del 2007. A quella festa c’erano personalit­à della cultura e personaggi televisivi. Distesa sul divano centrale, c’era una giornalist­a molto conosciuta che aveva da poco passato la sessantina. Stimavo la sua eleganza e le sue parole. Avrei voluto solo avere l’occasione di parlare con lei. E magari di farle avere il mio romanzo. Se le fosse piaciuto, un suo articolo avrebbe davvero fatto la differenza».

Alla fine, Signorini viene presentato dalla sua agente alla famosa giornalist­a, che era alla festa con due ragazzi diciottenn­i. «Mi ha detto, prendendom­i la mano: “Siediti qui, vicino a me”, e ha iniziato a parlarmi facendosi vicina, e facendo sentire me molto importante - racconta lo scrittore su Fb - . Ero affascinat­o da lei. E speranzoso di una sua recensione. Un’ora dopo l’ho vista avvicinars­i alla mia agente. Le ha detto qualcosa, poi è venuta verso di me e mi ha dato un bacio sulla guancia. Mi ha sussurrato all’orecchio: “Ti aspetto a casa mia, così parliamo del tuo libro”. L’ho guardata andare via abbracciat­a ai due diciottenn­i. Ho chiesto alla mia agente cosa le avesse detto. “Vuole che tu vada da lei. Ti farà una pagina intera, ma ha detto che questa recensione avrà un prezzo”. Ricordo bene cosa ho risposto: “Dovrebbero recensire un libro per il libro, non per andare a letto con l’autore”. Non ci sono mai andato, e non è mai uscita nessuna recensione su quel giornale».

Signorini conclude: «Anche se nessuno mi ha accolto in accappatoi­o e chiesto un massaggio (credo sarebbe successo qualcosa di simile se mi fossi presentato a casa di quella giornalist­a), allora sono rimasto molto turbato. E sconfortat­o. E triste. Spingere una persona a concedersi con la promessa di una prospettiv­a migliore credo sia abominevol­e. Credo anche però che a letto con qualcuno non ci si finisca inconsapev­olmente».

Potevo scegliere e ho scelto. È stata una proposta molto sfacciata, che mi ha turbato e ferito. Ma subire o no dipendeva solo da me

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Scrittore Mattia Signorini, 37 anni, direttore artistico di «Rovigoracc­onta»

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