Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Giusto chiedere il massimo» Le categorie con il governatore solo Cgil parla di propaganda
Benissimo la richiesta di ottenere tutte le competenze previste dalla Costituzione. Ottima la pretesa di trattenere qui i 9/10 delle tasse pagate dai contribuenti veneti. Perfetta anche la scelta di muoversi da soli, facendo valere al tavolo del governo il risultato del referendum del 22 ottobre (57% di votanti, vittoria schiacciante del Sì) che Lombardia ed Emilia Romagna non possono vantare.
Tolta qualche voce isolata (la Cgil, essenzialmente), all’insediamento della Consulta dell’autonomia, ieri, a Palazzo Grandi Stazioni, si è registrata una granitica unanimità attorno alla strategia illustrata dal governatore Luca Zaia, strategia che prevede ora l’apertura di un «portale web dell’autonomia», la creazione di sei tavoli tematici (autonomie locali, sanità, cultura, istruzione e lavoro, ambiente, sviluppo economico), una serie di audizioni in consiglio regionale la prossima settimana e infine l’approvazione in aula, tra il 14 e il 15 novembre, di una proposta di legge (già pronta in bozza, conta 54 articoli) che rappresenti la base della futura trattativa col governo.
«Mi pare un percorso razionale, nel solco delle regole e della Costituzione, quasi forzato - ha detto Matteo Zoppas, presidente di Confindustria abbiamo il diritto di perseguire il massimo risultato possibile e credo che la nostra proposta meriti il rispetto di chi è chiamato ad ascoltarci. Siamo pronti a collaborare». Gli fa eco Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato: «La Consulta ci mette nella condizione di dare il nostro contributo nel merito delle specifiche competenze e delle modalità per recepirle e avviarle con successo. È giunta l’ora di togliere la camicia di forza che impedisce alle Regioni più competitive di avanzare e protegge invece altre Regioni, al di là del merito e dei risultati». E se Massimo Zanon, presidente di Confcommercio ammette che «sarà durissima portare a casa le 23 competenze ma è giusto combattere su tutti i fronti per imporre il “modello Veneto”, migliorando le perfomance dell’amministrazione e avvicinando quest’ultima ai bisogni dei cittadini e delle imprese», il presidente di Coldiretti Martino Cerantola avverte: «Sarà necessario valutare alcune priorità per evitare una duplicazione di competenze che rischierebbe solo di complicarci ulteriormente la vita».
Schierati con Zaia pure i presidenti di Anci Maria Rosa Pavanello («Giusto partire con molte ambizioni e coinvolgere tutti gli attori del territorio, la road map tracciata dal governatore è quella giusta») e dell’Upi Enoch Soranzo («Sognare non costa nulla e più del quanto, mi interessa il come: ci attende molto lavoro e abbiamo poco tempo, dobbiamo farci trovare pronti»), l’unica voce controcorrente è quella del segretario della Cgil Christian Ferrari: «Si esca dalla logica della propaganda e si entri in quella della responsabilità, va sgombrato il campo da suggestioni come lo statuto speciale o la richiesta, impraticabile, di avere 23 competenze trattenendo qui i 9/10 delle tasse». Laconica la replica di Zaia: «Capisco che su questo possano esserci perplessità a Roma ma trovo strano che ci siano veneti che chiedono meno di quel che potremmo avere».
La strategia di Zaia? Mi pare un percorso ragionevole e quasi forzato