Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Sospeso a Vicenza il segretario dem «Vieta agli stranieri il voto per le primarie»
VICENZA Prima le critiche, poi le divisioni e infine la spaccatura, sancita con una decisione drastica: la sospensione del segretario cittadino del Pd di Vicenza, Enrico Peroni, dal suo ruolo politico. Il motivo? Aver escluso gli stranieri dal voto per le primarie di coalizione del prossimo 3 dicembre.
Ad appena due giorni dall’inizio ufficiale della campagna elettorale che porterà al voto, fra un mese, per stabilire chi sarà il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra, il Pd di Vicenza si spacca. E la divisione arriva, come spesso accade in questi casi, sulle regole del gioco, che diventano in poco tempo strumento di lotte interne al maggior partito di maggioranza in Comune. A maggior ragione se la posta in palio è altissima: mantenere il primato elettorale dopo dieci anni di amministrazione sulla città, targata Achille Variati (Pd). Il sindaco non si può più ricandidare, per succedergli si sono presentati in 3 (di cui 2 del Pd e il suo vicesindaco) e le anime del partito già si danno battaglia.
La miccia, in questo caso, è scritta in un regolamento approvato un mese fa dal comitato dei garanti per le primarie di coalizione (organismo super partes rispetto ai partiti), che all’articolo 3 ha ammesso al voto «tutti i residenti nel Comune di maggiore età», aggiungendo che potranno votare «anche i cittadini europei residenti in città». Dunque stranieri sì o stranieri no? A molti quella dicitura è apparsa poco chiara, sono scattate le critiche e le richieste di precisazione ma un accordo verbale fra i tre candidati alle primarie (Giacomo Possamai del Pd, Otello Dalla Rosa di Pd-associazione Vinova e Jacopo Bulgarini d’Elci di Vicenza domani) ha chiuso il dibattito: «Intendiamo far votare chi potrà esprimere il proprio voto anche alle elezioni amministrative del 2018». Insomma, niente stranieri, in attesa di una precisazione del comitato dei garanti proprio sull’interpretazione del regolamento in questione. Ma nel Pd rimanevano i contrari, specie fra le fila di Dalla Rosa, che si appellavano allo statuto stesso del partito aperto al voto alle primarie anche a stranieri e minorenni (dai 16 anni in sù).
Martedì arriva il parere dei garanti, che esclude in via definitiva gli stranieri dal voto e che però innesca la rappresaglia del giorno dopo. La commissione di garanzia del Pd provinciale di Vicenza sospende il segretario cittadino e i tre membri (Pd) del comitato dei garanti, con una motivazione chiara: «Non hanno garantito il rispetto delle norme dello statuto». Apriti cielo. La scintilla getta il partito nel caos. Il segretario si dice «umiliato e offeso» e assieme agli altri 3 interessati presenta un ricorso immediato, in virtù del quale il provvedimento stesso di sospensione è congelato fino alla pronuncia da parte della commissione di garanzia nazionale del Pd. Dunque rimane tutto com’è. E proprio per questo la battaglia ingaggiata dal partito ha tutta l’aria di essere una resa dei conti interna. Ma tant’è. Nel frattempo, i due candidati del Pd serrano i ranghi e fanno fronte comune contro i «pasdaran»: «Confermiamo la fiducia al segretario Peroni, che ha agito con correttezza e spirito costruttivo - dichiarano Dalla Rosa e Possamai -. Troviamo poi quanto meno intempestivi i provvedimenti di sospensione e chiediamo di riconsiderare queste decisioni, per ristabilire da subito un clima sereno nello svolgimento di questa competizione elettorale».