Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Furti in casa, presa la banda degli albanesi: ci sono i nipoti dell’autista dell’Audi Gialla
Dei veri acrobati circensi del crimine. Ladri capaci di arrampicarsi sulle grondaie, saltare dal secondo piano, guidare macchine ad alta velocità e, se necessario, speronare le auto dei carabinieri. D’altra parte il dna criminale è quello, se è vero che due dei sei arrestati sono parenti di Rama Vasil, l’autista della famigerata Audi gialla che aveva messo in scacco il Nordest nell’inverno del 2016 (condannato a 2 anni e sei mesi di carcere). I carabinieri di Padova hanno smantellato un’organizzazione dedita ai furti in appartamento nel Nord Italia. In sei, tutti di origine albanese, sono finiti in manette: Fatbardh Xaka, pregiudicato di 26anni, Eduart Xaka 28enne l’unico incensurato, Kelion Stafa, 36enne, Bledar Balozi e i due fratelli Isalm e Ergis Rama, entrambi imparentati con il criminale dell’Audi gialla. Rama Vasil, 37enne anche lui albanese, era finito in carcere nell’ottobre del 2016 quando era stato pizzicato in Grecia dopo che per mesi con la potente vettura aveva seminato il terrore nelle arterie stradali del Nordest. A destare scalpore in quei giorni erano state le sue fughe contromano o le sparatorie che il terzetto criminale con cui si accompagnava aveva messo in atto per niente intimorito dalle forze dell’ordine. Il pilota si era lanciato in folli corse a 250 chilometri orari con la macchina dalla targa svizzera che era diventata la psicosi di tutti gli automobilisti. Questa volta a finire in manette sono stati i due nipoti. I carabinieri sono riusciti a bloccarli dopo una serie di furti compiuti tra le province di Padova e di Vicenza, ma il gruppo agiva anche in Svizzera e Germania, con ritorni frequenti in Albania per sparire dalla circolazione. L’attività dei militari ha consentito di intercettare una Mini Cooper rubata nel Varesotto e poi utilizzata per colpire. Seguendo la macchina i carabinieri sono riusciti a ricostruire una catena di furti negli appartamenti. Almeno un centinaio i colpi messi a segno anche nel trevigiano, nel veronese, oltre che a Bologna e Ravenna. Il gruppo si divideva in due pattuglie da tre elementi ciascuna e poteva contare sul supporto logistico di almeno altre venti persone su cui ora i militari stanno indagando. La banda per entrare in azione preferiva gli orari serali, tra le 18 e le 20.30 e poco importava se dentro le abitazioni erano presenti i proprietari. In un’occasione nell’Alta Padovana, nonostante fossero stati scoperti dall’anziana proprietaria della casa che ha tirato loro dietro una sedia, sono riusciti a gettarsi dalla finestra aggrappandosi a un albero, ridenti e felici nel loro ruolo di trapezisti d’appartamento.