Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Nuovo centro commerciale L’Ascom: fermate la variante Lettera ai consiglieri: «Danni ai negozi e alla viabilità»
In vista dell’approvazione definitiva della variante che darà il via libera all’accordo pubblico-privato per la costruzione di un nuovo polo commerciale lungo via Capitelvecchio, Confcommercio Bassano ha inviato ai capigruppo dei consiglieri comunali una serie di osservazioni sul progetto richiamandoli alle loro responsabilità. E chiedono di non approvare la variante, ma di rivedere i contenuti di quell’accordo che definiscono «miope e poco lungimirante».
«Se questo centro distributivo sorgerà, sarà per volere dell’amministrazione - si legge nella relazione sottoscritta dai presidenti Paolo Lunardi (mandamentale) e Alberto Borriero (Bassano) – delle stesse persone che in altre occasioni si sono dichiarate a favore del commercio di prossimità e del rilancio e valorizzazione del centro storico».In sostanza, i commercianti ribadiscono i motivi del “no” all’intervento proposto dalla ditta Finpengo sulla superficie che comprende le strutture dismesse Morassuti e Bassano Banca e quella ancora occupata da Eurobrico, pronto però a trasferirsi poco più a sud del centro Il Grifone.
«Un’operazione dagli effetti nocivi per il tessuto socio-economico del centro storico– spiegano nel documento – Penalizzare i negozi di vicinato porta ricadute negative sul sistema occupazionale locale. E i posti di lavoro persi nelle nostre attività costrette a chiudere, o a ridurre il personale, vengono sostituiti da situazioni spesso precarie offerte dai centri commerciali».
Preoccupa poi il problema viabilità che già presenta delle forti criticità nella zona dove dovrebbe essere costruito il parco commerciale, con l’effetto tappo alle porte della città e quindi verso il centro. «A nulla servono quei palliativi con cui si cerca di giustificare il progetto, come la prevista bretella a est proveniente dal territorio di Cassola o la vicina rotatoria – scrivono i presidenti – gli elaborati di queste opere giacciono nei cassetti da 15 anni. E chissà quanto tempo ci vorrà per vederle realizzate. Prima si facciano le strade e le infrastrutture di supporto, poi i centri commerciali».
E ancora, ricordano che prima dell’adozione della variate, lo scorso luglio, «l’area in questione era classificata con un codice che prevedeva l’insediamento di esercizi di vicinato e medie strutture di vendita». Infine, l’associazione trova del tutto «inutili i tronconi di piste ciclabili non collegate ad altri tratti» che la società proponente del progetto intende realizzare a titolo compensativo.