Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Fondo salva soci «Saranno risarciti prima i più deboli»
Banche venete Il parlamento ultima speranza per gli ex azionisti Ex Popolari, dibattito aperto su regole e capitali
Rimborsi sì, ma prima a chi è in difficoltà maggiore. Que- sto, per ora, l’unico caposaldo del Fondo salva soci per i truffati delle banche venete. Do- po l’inserimento in legge di bilancio, si dovranno attendere i decreti attuativi in una corsa contro il tempo per arrivare prima di fine legislatura.
VICENZA Il Fondo per le vittime del credito deflagra nel bel mezzo di una campagna elettorale già infuocata. Per una volta, però, non pare esserci il rischio strumentalizzazione. Tanto che dall’intero arco istituzionale la parola d’ordine è una sola: andiamo uniti per rendere giustizia ai risparmiatori truffati di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. E a dover individuare un fil rouge fra le ricette già sfumate per arrivare ai rimborsi si ritrova una sorta di Isee delle vittime. Sarà rimborsato prima chi per reddito e/o patrimonio possiede di meno. E a comun denominatore, poi, sta proprio la dichiarazione di intenti, spontanea di parlamentari coinvolti più o meno direttamente nel tentativo di sbrogliare il «pasticciaccio brutto» delle banche venete.
A giocare contro i «risparmiatori traditi» potrebbe essere, per contro, una procedura che somiglia a una chicane fra competenze in un territorio parzialmente inesplorato, fra difficoltà di profilo economico (dove reperire i fondi), ma anche giuridico (chi decide come assegnarli, a chi e con quali criteri).
Non c’è schieramento politico che non sia deciso a issare la questione «truffati» sul vessillo della prossima tornata elettorale. Lo ribadisce a più riprese Raffaella Bellot, senatrice di Fare! «Sono bellunese ma questo è un problema veneto. Mi divido fra commissione bilancio e commissione di inchiesta sulle banche. E’ intenzione di tutti andare fino in fondo». Ecco. Serietà e compattezza di intenti per dirla col sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta che propone una serie di scenari possibili per tradurre in rimborsi concreti le istanze di tanti emendamenti fra cui quello presentato a palazzo Madama in questi giorni da un drappello di senatori veneti con primo firmatario Giorgio Santini (Pd) con i colleghi dem Puppato, Filippin, Dalla Zuanna ma anche Bellot, Conte e Dalla Tor (entrambi Ap-Cpe-Ncd).
Intanto i soldi. Basteranno quei 50 milioni l’anno per il triennio 2018-2020 del Fondo Interbancario di Tutela? Chiaramente sono una goccia nel mare a fronte di 10 miliardi reclamati dai risparmiatori di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Potrebbero aiutare i 2 miliardi drenati dai conti dormienti ed eventuali altre fonti ma la partita (decisiva) per alimentare il fondo in realtà è appena iniziata: «La parte sulle coperture è ancora tutta da definire - spiega Baretta. – Il fondo interbancario può essere rifinanziato. Per i conti dormienti va verificata la praticabilità giuridica e in che misura è possibile attingere. Intanto il fondo, poi lo alimenteremo».
Dello stesso avviso, «purché si parta», anche i comitati: «la commissione parlamentare ha sancito che si è trattato di una truffa di massa. Ora è il momento di una soluzione politica. I soldi poi si troveranno». Insomma, fiducia, per una volta, anche dai diretti interessati che probabilmente confidano nell’onda d’urto proprio della commissione di inchiesta parlamentare presieduta da Pierferdinando Casini. Grazie ad audizioni fiume capaci di far sudar freddo Bankitalia e Consob, la commissione ha ridato forza alla battaglia di chi aveva investito nella banca accanto a casa.
Altro nodo spinoso è la scelta dei criteri e del soggetto che delibererà sui rimborsi. «Vedo tre strade e dovrebbero essere attivate tutte per evitare intasamenti dei tribunali - dice Baretta - la via giudiziale con rito accelerato, l’arbitrato di Anac e una commissione indipendente che potrebbe essere quella per l’educazione finanziaria, non Consob. Per i criteri, il Mifid (profilo di competenza e consapevolezza degli investitori ndr) e il reddito, una sorta di Isee. L’importante è che venga riconosciuta l’ipotesi di reato bancario». E poi i tempi: «Ce la facciamo» ribadisce Santini che pure ammette: «È una materia relativamente nuova e potrebbero esserci modifiche al testo durante la discussione in aula per poi arrivare al voto dell’emendamento all’interno della legge di bilancio entro il 31 dicembre. E poi i decreti attuativi entro 60 giorni». Giusto in tempo per le urne. «Il Fondo in sé è campagna elettorale. dice Enrico Zanetti (Scelta civica) - Risibili poche decine di milioni dopo il decreto che regala la parte sana a Intesa legando le mani agli azionisti».
Baretta Le coperture sono da definire, ora è importante creare il fondo che alimenteremo Miatello (Comitati) Ora, dopo la certificazione della truffa, è il momento di una soluzione politica La proposta del Fondo è già così un’azione da piena campagna elettorale