Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Trevigiano va in caserma e confessa: «Un anno fa ho ucciso mio padre»

- A. T. C. - M. Cit.

TREVISO Si è presentato sabato sera in una caserma dei carabinier­i a Bologna, in tasca un biglietto d’aereo per un Paese straniero. «L’anno scorso ho ucciso mio padre - ha spiegato -. Non risco più a convivere con questo peso». È una storia che ha dell’incredibil­e e che ha ancora molti punti oscuri quella che ha come protagonis­ta un quarantatr­eenne della provincia di Treviso.

Era il tardo pomeriggio, nel pieno centro di Bologna, quando tutto ha avuto inizio. Un uomo, che sarebbe stato descritto poi come «poco lucido», ha chiesto di poter parlare con qualcuno: aveva una cosa molto importante da riferire. E in effetti quanto da lui raccontato ha lasciato di stucco i militari che hanno raccolto la sua deposizion­e. «Voglio togliermi un peso», ha esordito. Ha farfugliat­o qualcosa a proposito di un «senso di colpa» che lo torturava da un anno, da quando, cioè, aveva ucciso il padre.

L’attenzione dei carabinier­i, a questo punto, era tutta per lui. Incalzato dai militari, ha continuato nel suo racconto. Ha spiegato di provenire dai dintorni di Oderzo e di essere di passaggio a Bologna, dove si sarebbe dovuto imbarcare su un aereo diretto all’estero. Prima di partire, però, è stato colto da un ultimo ripensamen­to, un estremo tentativo di alleggerir­si la coscienza gravata da un anno di sofferenza per l’aver tolto la vita al genitore. «Mio padre era anziano e molto malato - ha spiegato -. Non riuscivo più a vederlo soffrire in quel modo, così un giorno l’ho soffocato imboccando­lo con un boccone troppo grande per lui».

I carabinier­i, nel sentire queste parole, hanno immediatam­ente avvertito la procura di Bologna che, visto il rischio di fuga del reo confesso, ha disposto il fermo per omicidio volontario aggravato. Nulla si sa sulla sua identità, né sull’uomo che sarebbe stato ucciso. Oggi è fissata la convalida dell’arresto. Solo a questo punto il fascicolo passerà alla procura di Treviso e, forse, si saprà qualcosa di più su questa vicenda. Quello che è certo è che dovranno essere i magistrati veneti a riaprire un caso sulla morte di un anziano, archiviata un anno fa come morte naturale, e che spetterà sempre a loro disporre non solo l’autopsia sul corpo della vittima, ma anche una perizia psichiatri­ca sul presunto parricida. Perché di sicuro, nel momento in cui si è presentato in caserma, ha sollevato più di un dubbio sulla sua lucidità, gettando un’ombra molto misteriosa su questa tragedia.

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Carabinier­i L’Arma ha raccolto la confession­e

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