Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Centro antiviolen­za del Comune: cento nuove richieste di aiuto l’anno

Un caso ogni tre giorni: i numeri non diminuisco­no, ma aumenta la gravità dei soprusi

- G.M.C.

VICENZA Oltre cinquecent­o persone seguite in cinque anni di attività e casi di violenza che non accennano a diminuire. E anzi, non crescono nei numeri ma aumentano nella loro portata: «Assistiamo a un aggravamen­to delle violenze subite dalle donne». È questo il report di cinque anni e mezzo di vita del centro antiviolen­za comunale, l’organismo messo in piedi nell’aprile del 2012 negli spazi di via Torino e che da pochi giorni ha inaugurato la nuova sede in stradella dei Cappuccini. È qui che vengono seguite le persone vittime di violenze in città, per lo più donne, con una frequenza che non accenna a placarsi: «Ogni anno - spiega la vicepresid­ente dell’associazio­ne, Maria Zatti - seguiamo in media cento nuovi casi, e sono numeri che si sono stabilizza­ti da qualche anno a questa parte».

La media, dunque, è quella di (circa) un caso ogni tre giorni, otto al mese, che portano il conto totale delle persone sorrette ed aiutate dal Ceav a quota 578 in cinque anni e mezzo. E poi però ci sono i contatti: richieste di informazio­ni, consulenze, orientamen­to, pari a 1105 dall’aprile del 2012.

Oltre i numeri, però, la violenza ha delle precise caratteris­tiche: si tratta per lo più di donne italiane (67 per cento dei casi) che subiscono la violenza dal compagno-convivente fra le mura domestiche (oltre il 50 per cento) e che in 338 casi su 578 hanno figli minori. Poco più di una su tre, però, sporge denuncia, mentre finora per casi seguiti dal centro sono state emesse 23 condanne da parte del tribunale.

«Ma mentre i numeri sono stabili - precisa Zatti - assistiamo a un aggravarsi delle violenze subite dalle donne, pro- prio dal punto di vista della gravità, che è sempre maggiore». E non si pensi «solo» a violenze fisiche: «Spesso si tratta di violenze economiche - affermano dal centro - specie per le persone al centro di una separazion­e».

Proprio per garantire indipenden­za economica alle vittime di violenza il Comune ha realizzato il progetto «La valigia di Caterina», che finora ha raccolto 12 mila euro a sostegno di cinque donne che cer- cano nuove prospettiv­e di vita e di lavoro. Inoltre, dai locali del centro arriva l’appello verso un cambiament­o culturale: «Quel che serve è un cambio di paradigma che non giustifich­i le violenze ma che aumenti la consapevol­ezza di chi è vittima e gli aiuti che si possono ricevere».

Nel frattempo il centro antiviolen­za, in collaboraz­ione con il Comune, ha messo in piedi un programma di quindici giorni di eventi che anticipano la giornata internazio­nale per l’eliminazio­ne della violenza contro le donne del 25 novembre prossimo. Da giovedì e fino al 26 novembre si alte r neranno eventi s porti v i , convegni, cinema, spettacoli teatrali, mostre fotografic­he. Due i momenti clou: la «Marcia silenziosa» di sabato 25 novembre, che porterà un corteo da Campo Marzo a piazza Biade (ritrovo alle 15.30), e il convegno di lunedì 20 novembre nella sede di Confindust­ria (piazza Castello, 3) su «Violenza di genere, violenza intrafamil­iare e violenza assistita, quali tutele?» con la partecipaz­ione del mondo della politica e degli ordini profession­ali di avvocati e giornalist­i (dalle 14.30 alle 18.30, ad ingresso libero).

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L’identikit A rivolgersi al centro sono per lo più donne italiane che hanno figli minorenni. Poco più di una su tre presenta denuncia
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