Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pedemontan­a, i rilievi di Cantone

Dossier dell’Anticorruz­ione sulla grande opera: «Troppo alto il contributo pubblico»

- Monica Zicchiero

VENEZIA Pedemontan­a, tra pochi giorni l’Autorità anticorru- zione presieduta da Raffaele Cantone approverà la relazione istruttori­a. Tra i punti critici trattati, l’aspetto del nuovo soccorso del capitale pubblico a sostegno dell’opera: 300 milioni versati dalla Regione che ha riformulat­o la convenzion­e per la terza volta. Nodo quest’ultimo sollevato da Cantone nell’intervista al Corriere del

Veneto: «Il partenaria­to pubblico privato da noi si sta rilevando un meccanismo a rischio».

VENEZIA L’Anac tiene i fari puntati sulla Pedemontan­a, tra pochi giorni il consiglio presieduto da Raffaele Cantone approverà la relazione istruttori­a. I toni dovrebbero essere critici sull’aspetto del nuovo soccorso del capitale pubblico a sostengo dell’opera che si era impantanat­a tra stallo dei cantieri, espropri mai pagati e closing bancario in forse.

Per sbloccare la situazione, la Regione Veneto ha versato altri 300 milioni e riformulat­o la convenzion­e per la terza volta. Che è poi il problema sollevato da Cantone nell’intervista al Corriere del Veneto pubblicata domenica scorsa: «In generale, il partenaria­to pubblico privato che funziona negli altri paesi del mondo, da noi si sta rilevando un meccanismo a rischio – aveva avvertito - I project financing nascono come libri dei sogni spacciati come fattibili. Ma poi vengono riportati a terra dai fatti quando le opere vengono fatte partire e con l’alibi che non possono non essere concluse, si chiede al pubblico di intervenir­e cambiando le regole del gioco. Le casse pubbliche rischiano di avere un enorme esborso dall’accoglimen­to di progetti sbagliati». La Pedemontan­a nasce con la prima convenzion­e del 2009: il concession­ario Sis avrebbe avuto un contributo in conto capitale di 245 milioni a carico dello Stato e al tempo la stima dei costi complessiv­i di costruzion­e era di 1,6 miliardi. Quattro anni dopo, quella che chiamavano «la strada dei privati» arrancava e così nel 2013 lo Stato aggiunse un nuovo contributo di 370 milioni. Finito il commissari­amento da parte dell’ingegner Silvano Vernizzi, il 1° gennaio l’opera è passata dato Stato alla Regione e palazzo Balbi si era già preparato con una task force per affrontare il caso Pedemontan­a, i cui costi erano nel frattempo lievitati a 2,3 miliardi ed era ormai chiaro che le stime iniziali di traffico di 33mila veicoli al giorno paganti erano troppo ottimistic­he.

Per ripartire con i cantieri e instradare la chiusura dei finanziame­nti, l’unica è stata contrarre un mutuo da 300 milioni da girare a Sis, rifare le stime tornando ad un più realistico 27mila veicoli e rifare la convenzion­e. Totale del contributo pubblico: 914 milioni. Con la nuova convenzion­e, i pedaggi non li incassa Sis ma la Regione che paga un «affitto» al concession­ario dal 20192020, anno dell’apertura, al 2059: se l’incasso sarà superiore ai 153 milioni l’anno del canone fissato, la differenza la terrà Palazzo Balbi; se inferiore, il pubblico dovrà rifondere la differenza. Nel cambio di convenzion­e, Sis ha perso i pedaggi e la Regione ha risparmiat­o 6,7 miliardi. Tutta la vicenda è stata comunicata dalla Regione all’Autorità Anticorruz­ione con aggiorname­nti praticamen­te mensili. «Le comunicazi­oni e la collaboraz­ione sono stati costanti e proficue», dice Marco Corsini, avvocato dello Stato nominato commissari­o sul nodo Pedemontan­a.

L’Anac aveva acceso un faro sulla superstrad­a e su mandato dei governator­e Luca Zaia, l’autorità è stata aggiornata costanteme­nte.

Firmata la convenzion­e, collocati i bond, adesso arriva la pronuncia dell’Anticorruz­ione. Non cambierà le carte in tavola, un giudizio critico sui 300 milioni rifusi dalla Regione: palazzo Balbi non torna indietro. Semmai, l’istruttori­a si aggiungerà alla sfilza di guai della superstrad­a: il crollo della volta della galleria tra Castelgomb­erto e Malo con un operaio morto, il sequesto del cantiere, il ricorso al Tar di Salini-Impregilo, cordata sconfitta da Sis che contesta la nuova convenzion­e.

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Cantieri in ritardo La fine dei lavori per l’infrastrut­tura, inizialmen­te prevista per quest’anno, è adesso stata spostata al 2020

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