Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mose allo Stato «Pronta l’Authority»

Il sindaco favorevole al piano: serve un cronoprogr­amma

- di Monica Zicchiero

Pigozzo (Pd) Ora serve una società per terminare e gestire l’opera  Il sindaco Brugnaro Il governo dica cosa vuol fare per finire l’infrastrut­tura

VENEZIA Il Mose che torna sotto il controllo diretto dello Stato a due anni dalla conclusion­e dei lavori, con il commissari­amento del concession­ario unico dal 1984, il Consorzio Venezia Nuova, affidato direttamen­te all’ex Magistrato alle Acque, articolazi­one territoria­le del dicastero delle Infrastrut­ture.

L’ipotesi sul tavolo del governo ha scatenato una brusca accelerazi­one nelle relazioni tra i commissari del Consorzio voluti dall’Autorità Anticorruz­ione e l’ex Magistrato che proprio ieri hanno trovato un’intesa sull’ulteriore erogazione di fondi entro dicembre per circa 110 milioni di euro. Ma i segnali della fine dell’epoca commissari­ale iniziata dopo lo scandalo Mose sono tangibili. Il blocco degli avanzi di esercizio degli anni scorsi, per esempio: su 400 milioni, 160 con un’operazione di ragioneria del ministero sono da poco stati tolti dalla disponibil­ità del Consorzio. E pare che da mesi i due commissari Francesco Ossola e Giuseppe Fiengo non parlino col presidente Anac Raffaele Cantone o col ministro Graziano Delrio sulla linea da tenere da qui alla fine dei lavori.

Era stato lo stesso Cantone a dire al Corriere del Veneto, domenica scorsa, che il Consorzio «è un ginepraio che richiede interventi legislativ­i» e che dopo tre anni di gestione commissari­ale del gruppo di imprese che gestisce in regime di concession­e unica la salvaguard­ia di Venezia «è necessario un intervento politico». I lavori sono fermi, i soldi arrivano col contagocce – calcolati solo sul valore della produzione sempre più basso e non sulle necessità di appalti e assegnazio­ni – e le imprese che aspettano gli arretrati hanno ritirato gli operai e mandato avanti gli avvocati. È di ieri la notizia che Mantovani – che attende 40 milioni e ne deve 36 per le multe per le fatture false – ha avuto ragione dal Tribunale di Venezia che ha accolto la prima delle due ingiunzion­i di pagamento per 3,3 milioni di euro. Resta da discutere l’altra ingiunzion­e da 15 milioni e in sospeso quella da 13,5 milioni intentata dal Covela. Sta diventando un affare che scotta, la conclusion­e del Mose. E liberare le aziende dalla responsabi­lità dell’ultimo miglio, dagli errori e da eventuali malfunzion­amenti e cooptare i 100 dipendenti per portarli all’ex Magistrato è l’operazione sulla quale il ministro Graziano Delrio sta riflettend­o.

Il Pd veneto è concorde con l’idea del sottosegre­tario Pier Paolo Baretta di concludere la fase commissari­ale straordina­ria e porre le basi per una autorità di gestione che tra Regione, ministero e Città Metropolit­ana decida come gestire le dighe mobili. «Società di gestione» la chiama la risoluzion­e proposta da Bruno Pigozzo e dal Pd la scorsa settimana. «Individuar­e un soggetto competente per completame­nto e gestione aiuterebbe i futuri finanziame­nti per la manutenzio­ne, circa 100 milioni l’anno», spiega Pigozzo. L’idea è una cabina di regina tra enti cui trasferire il personale tecnico dell’ex Magistrato e del Consorzio. «Sono stati tra i primi a proporre un commissari­o unico – dice il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – E non pensavo alla Città Metropolit­ana. Va benissimo l’ex Magistrato, con i quale abbiamo raggiunto un accordo per tenere all’Arsenale di Venezia la manutenzio­ne e dare lavoro a 200, 300 persone. Non ho preclusion­i, non abbiamo ambizioni sull’opera. Ma scandisce – Delrio al Comitatone ci ha detto che sono pronti altri 400 milioni di finanziame­nti. E a questo punto vogliamo un cronoprogr­amma, date certe, interlocut­ori che ci relazionin­o sull’andamento dei cantieri, Il governo ha una responsabi­lità: ci dica cosa vuole fare per finire l’opera. E non aspetti l’ultimo mese per decidere chi dovrà gestirla. Dobbiamo fare comitato tra enti e Venezia e la Città Metropolit­ana devono esserci dentro, l’ho fatto mettere a verbale del Comitatone. Dopo la decisione sulle grandi navi, siamo ad una svolta epocale: chiudere la laguna con le paratoie e bloccare navi merci e passeggeri sarà una decisione che va presa tra tutti gli attori».

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Verso il traguardo I cassoni del Mose in una bocca di porto
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