Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mazzette sui lavori al Bo, smantellat­a la cricca degli appalti

Due arresti, dieci indagati. «Un comitato d’affari»

- Polese

PADOVA Appalti in cambio di favori. Una vero e proprio «comitato d’affari» che gestiva i lavori all’università di Padova. Con l’accusa di corruzione sono stati arrestati ieri il dirigente dell’area Edilizia e Sicurezza del Bo, Et to re Ravazzol o, e Massimilia­no De Negri, impresario edile della Bassa padovana. Altri dieci indagati.

PADOVA Piccoli appalti e affidament­i in cambio di piaceri personali: una ristruttur­azione, una sistemata all’ impianto idraulico, una ritinteggi­atura in casa. È questo il quadro delle accuse che ieri ha portatogli uomini della polizia giudiziari­a della procura di Padova ad arrestare un dirigente universita­rio e un piccolo impresario locale. Ai domiciliar­i sono finiti Ettore Ravazzolo, 57 anni di Valdagno, dirigente dell’area Edilizia e Sicurezza dell’ università di Padova, e Massimilia­no De Negri, 47 anni, impresario edile di Santa Margherita d’Adige, nella Bassa Padovana. Le ipotesi di reato al momento formulate sono corruzione e turbativa d’asta.

Insieme ai due arrestati sono finite nei guai altre 10 persone: sei dipendenti dell’università e altri quattro piccoli impresari locali. Decine sono le perquisizi­oni eseguite ieri negli uffici universita­ri di palazzo Storione, nelle abitazioni e nelle imprese delle persone coinvolte. Secondo l’ordinanza firmata dal gip Domenica Gambardell­a il dirigente Ettore Ravazzolo avrebbe frazionato gli affidament­i per le manutenzio­ni negli stabili dell’università senza rispettare la norma sulla rotazione delle imprese (una regola che consente a tutti i piccoli imprendito­ri di lavorare per gli enti pubblici), affidando i lavori sempre allo stesso gruppetto di impresari. Non solo, il dirigente si sarebbe preoccupat­o personalme­nte di accelerare le pratiche di pagamento, in modo che le imprese «amiche» venissero liquidate nel più breve tempo possibile. De Negri sarebbe stato uno dei beneficiat­i di questo sistema, e per ottenere gli affidament­i avrebbe assicurato al dirigente manutenzio­ni e lavori nelle case private di Ravazzo lo, ovvero una villa a Valdagno e un appartamen­to in affitto in cui il manager pubblico vive in centro storico a Padova, in via Daniele Man in, a due passi dall’ università. Gli appalti frazionati supererebb­ero un valore complessiv­o di 100mila euro. Le contropart­ite sarebbero, sempre secondo la procura, lavori privati per 51mila 500 euro. L’inchiesta, seguita passo passo dal pubblico ministero Sergio Dini e dal procurator­e capo Matteo Stuccilli (che hanno firmato richieste di misure cautelari e sequestri), è partita nel 2016 con l’ esposto del rettore Rosario Rizzuto.

Rizzuto viene informato che c’ è qualcosa che non torna nella «rotazione» degli affidament­i: lavorano sempre le solite ditte, nessun’ altra viene ammessa nel «cerchio magico». Il rettore, dopo una prima istruttori­a, porta il caso ai magistrati e si mette a disposizio­ne fornendo tutto il materiale utile alle indagini. Co mesi dice in casi come questi« partono i telefoni », ovvero si mettono sotto ascolto i cellulari, i microfoni vengono piazzati nei posti in cui Ravazzolo e De Negri si incontrano: auto, uffici, ristoranti. Il meccanismo, inoltre, prevedeva chele piccole imprese partecipas­sero a turno alle offerte, ritirandos­i all’ultimo per lasciare il posto a qualcun altro, in modo che la rotazione ci fosse sì, ma tra pochi prescelti e non tanto in base al prezzo dell’ offerta pubblica, ma a quello che erano in grado di offrire a Ravazzolo sul piano dei favori personali. Nei mesi in cui il dirigente è finito sotto indagine, tra giugno e dicembre 2016, la polizia giudiziari­a ha contato almeno 4 manutenzio­ni gestite illecitame­nte: il lavori di infiltrazi­one nelle aule di Scienze Chimiche, le opere di ritinteggi­atura a Semeiotica dentro all’ ospedale, le manutenzio­ni al Maldura, sede di Lettere, e quelle dentro l’aula di informatic­a in via Belzoni. Dall’ analisi del valore complessiv­o dei lavori è emerso che qualcuno dentro gli uffici aveva deciso di spezzettar­e l’ appalto in modo fa farlo rimanere sotto la soglia di legge che consente di scegliere le ditte su chiamata senza rispettare il principio di rotazione. La firma sotto questi «frazioname­nti» giudicati arbitrari, sarebbe quella del dirigente Ravazzolo. Che però pare non abbia fatto tutto da solo.

La procura ha indagato anche Marco Canton, Riccardo Ferrari e Fabio P asi nato del settore Progettazi­one sviluppo edilizio, Katia Mori eri del Servizio manutenzio­ne, Umberto Turrini, ricercator­e del dipartimen­to di Ingegneria civile e ambientale, e Silvano Franchini, anche lui del dipartimen­to di Ingegneria. Quale sia il loro ruolo non è ancora chiaro, le indagini e le perquisizi­oni fatte ieri serviranno a inquadrare con precisione le loro condotte. Il gip ha 10 giorni per sentire gli arrestati che si affidano ai legali difensori Giuseppe P ava ne Giovanni Caruso.

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 ??  ?? L’inchiesta Sopra, da sinistra, il pm Sergio Dini con il procurator­e capo di Padova, Matteo Stuccilli. Sotto, l’ingegner Ettore Ravazzolo
L’inchiesta Sopra, da sinistra, il pm Sergio Dini con il procurator­e capo di Padova, Matteo Stuccilli. Sotto, l’ingegner Ettore Ravazzolo

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