Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Medico di base risponde a Coletto su Youtube: «I ladri non siamo noi»

- Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA «Indignati, arrabbiati, offesi, umiliati» i medici di base rispondono per le rime alle accuse dell’assessore alla Sanità, Luca Coletto, di guadagnare 136mila euro l’anno per lavorare 15 ore alla settimana. Replica con un video postato su Youtube la dottoressa Oriana Maschio di Castelfran­co: «Sono un medico di base, ho 56 anni e da 27 faccio questo lavoro, che amo molto. Mi sono sentita ferita dalle sue dichiarazi­oni, assessore, sono tra quelli che hanno fatto lo sciopero e non era per motivi economici, lei lo sa molto bene. Voi, Regione, avete colpito al cuore i pazienti con i tanti tagli dei letti ospedalier­i, perchè le conseguent­i dimissioni precoci pesano molto sulle famiglie e anche su di noi, non tanto per il tempo, quanto per la difficoltà di dare risposte adeguate. Noi siamo i medici della trincea, non è vero che facciamo 15 ore alla settimana, quello è l’orario minimo che molti anni fa venne chiesto per contratto come orario di apertura degli ambulatori. Il nostro lavoro copre le 12 ore. I guadagni? — incalza la dottoressa — sono il lordo che lei dice. Sul quale paghiamo un affitto di circa 400 euro al mese, un’infermiera che ne costa 500, e la segretaria, usando un contributo che non basta. Da quei soldi vanno poi sottratte le spese per le pulizie, il riscaldame­nto e l’aria condiziona­ta, il toner, la carta, i guanti. Tutto quello che utilizziam­o, lo paghiamo. E infine abbiamo un 20% di trattenute in busta paga, mentre un altro 30% va in tasse. I 4mila euro al mese che voi ci attribuite — chiude Maschio — forse ce li meritiamo. Ma se lei vuole possiamo diventare buoni dipendenti (esattament­e ciò che chiede la Cgil, ndr), basta che ci offra ambulatori attrezzati come i nostri, a sue spese. Quando si fa un lavoro con passione è brutto sentirsi trattati da ladri, quando in questo Stato di ladri ce ne sono già molti e forse non fanno i medici».

Ha invece scritto una lettera a «Quotidiano Sanità» il collega Luca Barbacane di Martellago, che si dice «profondame­nte offeso dalla diffamante arroganza dell’assessore Coletto». «Smettiamol­a di dire menzogne — si legge — non tollero che il mio lavoro e la mia categoria vengano diffamati dai politici che non hanno neppure lontanamen­te idea di cosa significhi fare il medico di famiglia e sostenere il peso dell’assistenza a 1500 persone. Esigo rispetto, pronto a dare riscontro del mio operato a chiunque di quei signori volesse mettersi al mio fianco non dico per una settimana ma almeno per due giorni, per vedere con i propri occhi una realtà che, mi ripeto, neppure lontanamen­te potrebbe immaginare».

Maschio Siamo dottori in trincea e i 4mila euro lordi ce li meritiamo

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