Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Sistemata la strada della morte La famiglia ora chiede i danni
La tragedia a Recoaro. I parenti contro il Comune
RECOARO È passato più di un anno da quando, sulla strada reco arese fraRoveg liana e contra’ Busellati, un operaio edile è precipitato col suo camion oltre il bordo stradale perdendo la vita. «Oggi il Comune di Recoaro ha finalmente messo in sicurezza quel tratto, cambiando guardrail. Ma quella morte era evitabile» accusano i familiari di Francesco Cancian, il 47enne di Torrebelvicino morto in quell’incidente il 10 agosto 2016. La famiglia, tramite lo studio di consulenza 3A, intende chiedere i danni al Comune. Il sindaco Giovanni Ceola non ha rilasciato dichiarazioni.
Quel giorno Cancian, socio lavoratore della ditta Fg Costruzioni, risaliva la strada per raggiungere un cantiere con un autocarro. All’altezza di località Prà Dall’Acqua il camion si è fermato in salita, poi ha iniziato a indietreggiare. Nonostante i tentativi del 47enne di frenare, la ruota posteriore sinistra è finita fuori dal ciglio stradale: il camion ha sfondato la barriera di protezione ed è finito su un albero, poi il mezzo si è ribaltato sul crinale del monte, rotolando verso il basso. Il furgone si è fermato ruote all’aria trenta metri più in giù. Niente da fare per il povero operaio, schiacciato nel- l’abitacolo: all’arrivo dei soccorsi era già morto. «Sull’accaduto – dichiarano da 3A, studio specializzato nel risarcimento di sinistri - gravano elementi che impediscono di liquidarlo come fuoriuscita autonoma, a partire dalle barriere di protezione. Sono gli stessi agenti della polizia locale Valle Agno a scrivere nel loro rapporto che «la strada è protetta sul lato valle da un guardrail malamente fissato al suolo, anche con l’ausilio di pali in legno». La procura di Vicenza sul caso aveva aperto un fascicolo, poi archiviato quando il perito nominato dall’autorità giudiziaria aveva concluso che la causa dell’incidente era il mancato funzionamento del freno posteriore del camion. Con la sostituzione del guardrail da parte comunale la società che tutela la famiglia intende chiedere un risarcimento: per Studio 3A l’installazione «lungo la strada incriminata dei guardrail degni di tal nome» è «un intervento auspicabile ma purtroppo giunto fuori tempo massimo. Costituisce un’ implicita ammissione di colpa da parte dell’ amministrazione comunale, che la famiglia farà valere sul piano civile».