Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La laurea dopo il dolore di Barcellona Marta indossa l’alloro commossa «Ho dedicato la mia tesi a Luca»
Ieri la cerimonia a Scienze Politiche. «Ce l’ho fatta: questo è un bel traguardo»
BASSANO «Una delle prime pagine della tesi è dedicata a Luca. Non una vera e propria dedica.. Ho scritto “Per Luca”. E per la mia famiglia». Marta Scomazzon l’aveva detto alla fine di agosto. Voleva provare a laurearsi entro novembre per reagire alla tragedia che aveva ferito lei e ucciso il suo fidanzato Luca Russo: l’attacco terroristico sulla Ramblas, il folle gesto che lo scorso 17 agosto ha insanguinato Barcellona.
Marta ce l’ha fatta, è tornata a vivere. Martedì la 21enne di Bassano ha discusso all’università di Padova la tesi dal titolo «L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati vittime di tratta in Italia». E ieri la corona di alloro le è stata posata sul capo ufficialmente, con la proclamazione della sua laurea triennale in Scienze Politiche.
«È un bel traguardo. Un bel momento» racconta la ragazza, commossa. Ieri sera ha festeggiato, una cena con parenti e amici. «Non era scontato, sono molto contenta. La mia relatrice è stata molto disponibile, anche nei mesi scorsi. Ho potuto finire la tesi lavorando soprattutto da casa, senza fare avanti e indietro da Padova». Le ferite riportate nell’attentato non erano solo fisiche, non c’erano solo le lesioni alla caviglia e i traumi al braccio destro. Nelle settimane successive all’attentato Marta e la sua famiglia sono stati costantemente seguiti dagli psicologi. Un supporto indispensabile, per superare una perdita tanto grave, avvenuta in un modo così crudele .« Adesso–r iprende la giovane bassanese – penso di continuare a studiare. Voglio fare anche la laurea magistrale, sempre a Padova. Riprenderò dal secondo semestre: mi serve un po’ di tempo, per stabilizzarmi un po’».
Marta Scomazzon aveva iniziato a lavorare alla sua tesi a giugno, due mesi prima dell’ attentato. Luca Russo, 25 enne, come lei e radi Bassano. Lui sie rag iàlau reato, sempre a Padova ma in ingegneria, dopo aver frequentato il Brocchi. Era dipendente di un’azienda di Carmignano di Brenta, la Fral srl. In quei giorni di agosto lui e Marta Scomazzon erano in vacanza in Spagna. Alle 16.50 stavano passeggiando assieme sulla Rambla, proprio quando il furgone bianco piombava sulla famosa strada nel centro storico della città catalana da Plaza Catalunya. Da lì il pazzo a bordo del mezzo ha iniziato a falciare la folla a passeggio sul viale, seguendo una traiettoria a zig-zag e inseguendo la gente per fare più morti possibili. La corsa omicida del furgone è durata circa 700 metri, poi il mezzo è andato a sbattere contro un’edicola: il terrorista è sceso a terra e si è dato alla fuga. L’attacco è stato poi rivendicato dall’Isis: era il primo attacco in terra spagnola degli integralisti islamici da più di dieci anni, dagli attentati di Madrid del 2004.
Assieme a Bruno Gulotta, 35enne lombardo, Luca Russo è stato una delle due vittime italiane dell’attentato. Russo è stato travolto in pieno, la fidanzata Marta l’ha visto portato via dal furgone scagliato contro di loro, prima di perdere conoscenza. Dopo l’attentato la ragazza è stata ricoverata all’Hospital de Mar, dove è rimasta alcuni giorni assistita dalla madre Roberta e dalla zia Renata, che l’hanno raggiunta e sono state con lei fino a che non ha potuto tornare in Italia
Marta Non era scontato arrivare fin qui e sono molto contenta Non mi fermo Voglio continuare a studiare, sempre a Padova