Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La laurea dopo il dolore di Barcellona Marta indossa l’alloro commossa «Ho dedicato la mia tesi a Luca»

Ieri la cerimonia a Scienze Politiche. «Ce l’ho fatta: questo è un bel traguardo»

- Andrea Alba © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BASSANO «Una delle prime pagine della tesi è dedicata a Luca. Non una vera e propria dedica.. Ho scritto “Per Luca”. E per la mia famiglia». Marta Scomazzon l’aveva detto alla fine di agosto. Voleva provare a laurearsi entro novembre per reagire alla tragedia che aveva ferito lei e ucciso il suo fidanzato Luca Russo: l’attacco terroristi­co sulla Ramblas, il folle gesto che lo scorso 17 agosto ha insanguina­to Barcellona.

Marta ce l’ha fatta, è tornata a vivere. Martedì la 21enne di Bassano ha discusso all’università di Padova la tesi dal titolo «L’accoglienz­a dei minori stranieri non accompagna­ti vittime di tratta in Italia». E ieri la corona di alloro le è stata posata sul capo ufficialme­nte, con la proclamazi­one della sua laurea triennale in Scienze Politiche.

«È un bel traguardo. Un bel momento» racconta la ragazza, commossa. Ieri sera ha festeggiat­o, una cena con parenti e amici. «Non era scontato, sono molto contenta. La mia relatrice è stata molto disponibil­e, anche nei mesi scorsi. Ho potuto finire la tesi lavorando soprattutt­o da casa, senza fare avanti e indietro da Padova». Le ferite riportate nell’attentato non erano solo fisiche, non c’erano solo le lesioni alla caviglia e i traumi al braccio destro. Nelle settimane successive all’attentato Marta e la sua famiglia sono stati costanteme­nte seguiti dagli psicologi. Un supporto indispensa­bile, per superare una perdita tanto grave, avvenuta in un modo così crudele .« Adesso–r iprende la giovane bassanese – penso di continuare a studiare. Voglio fare anche la laurea magistrale, sempre a Padova. Riprenderò dal secondo semestre: mi serve un po’ di tempo, per stabilizza­rmi un po’».

Marta Scomazzon aveva iniziato a lavorare alla sua tesi a giugno, due mesi prima dell’ attentato. Luca Russo, 25 enne, come lei e radi Bassano. Lui sie rag iàlau reato, sempre a Padova ma in ingegneria, dopo aver frequentat­o il Brocchi. Era dipendente di un’azienda di Carmignano di Brenta, la Fral srl. In quei giorni di agosto lui e Marta Scomazzon erano in vacanza in Spagna. Alle 16.50 stavano passeggian­do assieme sulla Rambla, proprio quando il furgone bianco piombava sulla famosa strada nel centro storico della città catalana da Plaza Catalunya. Da lì il pazzo a bordo del mezzo ha iniziato a falciare la folla a passeggio sul viale, seguendo una traiettori­a a zig-zag e inseguendo la gente per fare più morti possibili. La corsa omicida del furgone è durata circa 700 metri, poi il mezzo è andato a sbattere contro un’edicola: il terrorista è sceso a terra e si è dato alla fuga. L’attacco è stato poi rivendicat­o dall’Isis: era il primo attacco in terra spagnola degli integralis­ti islamici da più di dieci anni, dagli attentati di Madrid del 2004.

Assieme a Bruno Gulotta, 35enne lombardo, Luca Russo è stato una delle due vittime italiane dell’attentato. Russo è stato travolto in pieno, la fidanzata Marta l’ha visto portato via dal furgone scagliato contro di loro, prima di perdere conoscenza. Dopo l’attentato la ragazza è stata ricoverata all’Hospital de Mar, dove è rimasta alcuni giorni assistita dalla madre Roberta e dalla zia Renata, che l’hanno raggiunta e sono state con lei fino a che non ha potuto tornare in Italia

 Marta Non era scontato arrivare fin qui e sono molto contenta Non mi fermo Voglio continuare a studiare, sempre a Padova

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 ??  ?? Sorrisi e lacrime Marta Scomazzon (nella foto pubblica su Facebook) con l’alloro tra amici e parenti. Sopra Luca Russo, il fidanza morto in Spagna
Sorrisi e lacrime Marta Scomazzon (nella foto pubblica su Facebook) con l’alloro tra amici e parenti. Sopra Luca Russo, il fidanza morto in Spagna

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