Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Raid contro le auto Identifica­ti i due vandali grazie alle immagini diffuse dalla municipale

- Angiola Petronio © RIPRODUZIO­NE RISERVAT

VERONA Il riscontro che la scelta del pm che ne ha autorizzat­o la divulgazio­ne e della municipale che aveva chiesto di rendere pubblico il video fosse quella giusta, è arrivata tramite una mail. Quella che un cittadino veronese mercoledì ha mandato ai vigili. «Ho visto le immagini dei due vandali che danneggian­o motorini e auto in centro. Uno lo conosco», recitava il messaggio, riportando anche nome, cognome e residenza.

È stato così che ieri mattina gli agenti della Municipale si sono presentati a casa di un cameriere indiano di 24 anni. E quando i vigili gli hanno spiegato il motivo della loro visita, ha candidamen­te ammesso non solo che i due immortalat­i a far cadere scooter, a spaccare specchiett­i e a segnare le carrozzeri­e di varie auto, la sera del 12 ottobre erano lui e un suo amico. Ma ha anche raccontato di come entrambi avessero trangugiat­o alcol a più riprese. «Eravamo ubriachi, per quello lo abbiamo fatto». E la motivazion­e, tanto lapalissia­na quanto sconcertan­te, è stata ribadita dal suo amico. Un altro cameriere indiano di 25 anni il cui nome e indirizzo sono stati dati dal «sodale» di scorrerie. Per entrambi è scattata la denuncia a piede libero. La pena sarà, soprattutt­o, economica visto che , grazie alla ricostruzi­one fatta dalla polizia municipale, sono almeno una decina i veicoli danneggiat­i per i quali i proprietar­i sono pronti a chiedere i danni.

E non è finita qui. Perché gli agenti che hanno visionato i filmati di 70 telecamere si sono rimessi davanti al computer e stanno cercando di capire se il duo sia l’autore anche di altri raid in centro e periferia con capotte di auto tagliate e motorini finiti sulle rive dell’Adige. La notte del 12 ottobre il duo era partito da piazza Erbe. Lavorano in quella zona, i due indiani. Hanno iniziato a bere e si sono messi a ribaltare motorini e a «segnare» le auto. Di loro, nei video, si vede tutto. Il viso, l’abbigliame­nto. Ma, sconosciut­i alle forze dell’ordine, non si riusciva a dargli un nome e un cognome. Da qui la decisione della procura su suggerimen­to della Municipale, di divulgare il video. «Compliment­i alla polizia locale per la prontezza dell’intervento - ha commentato l’assessore alla sicurezza Daniele Polato -. Grazie anche agli organi di informazio­ne che hanno mostrato grande collaboraz­ione».

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