Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Vigila sul personale aziendale ma l’organico è troppo scarso L’ispettorat­o del lavoro sciopera

- G.M.C.

VICENZA Dalla carenza di personale alla necessità di spostarsi con la propria auto, dall’assenza di strumenti («non abbiamo strumenti informatic­i per l’attività esterna») alla «scarsità dei rimborsi spesa».

I dipendenti dell’ispettorat­o del lavoro di Vicenza, ieri, sono scesi in strada. La protesta coordinata a livello nazionale per alzare l’attenzione sul tema - è andata in scena ieri mattina di fronte alla prefettura, dove un gruppo di dipendenti e rappresent­anti sindacali è stato ricevuto dal prefetto, Umberto Guidato. E al centro delle lamentele del personale dell’organo che vigila sull’attività lavorativa di privati e aziende in tutta la provincia ci sono le condizioni di lavoro dei dipendenti dell’organismo stesso, a partire dal numero di persone: 35 dipendenti per un organico «teorico» di 122 unità che vigila su un territorio di 865 mila abitanti e con oltre 83 mila aziende attive.

«Siamo troppo pochi - affermano i dipendenti in coro e non riusciamo a svolgere al meglio il nostro lavoro». Oltre alla carenza di personale, però, le difficoltà segnalate dai sindacati - scesi in piazza a fianco delle sigle sindacali Cgil e Cisl funzione pubblica, Uilpa, Unsa, Usb pubblico impiego e Federazion­e intesa funzione pubblica - riguardano anche altri settori. A partire dai mezzi di trasporto: «Ogni ispettore mette volontaria­mente a disposizio­ne dell’ente la propria auto - sostengono i lavoratori - e pur senza alcuna indennità, i rimborsi che riceviamo, a distanza di molti mesi, sono fermi agli anni Novanta». Poi la mancanza di strumenti informatic­i («All’esterno della sede tutto deve essere trascritto su carta») e il capitolo formazione: «Impariamo e studiamo da soli le nuove normative, in continua evoluzione, senza alcun corso specifico». Da qui le proteste dei lavoratori, iniziate con un’iniziativa tutta interna: «Abbiamo sospeso l’utilizzo delle nostre auto - dichiarano i dipendenti - e dunque qualsiasi spostament­o lo effettuiam­o a piedi. Va da sé che non andiamo più in giro per tutta la provincia come invece dovremmo fare». E le sigle sindacali lanciano l’allarme: «Il rischio è di rimanere senza più i controlli degli ispettori del lavoro». Il Governo, lo scorso gennaio, ha preso in mano il settore attivando una riforma che ha previsto la nascita dell’agenzia unica dell’Ispettorat­o nazionale del Lavoro, composto anche da Inps (Istituto nazionale di previdenza sociale) e Inail (Istituto nazionale assicurazi­one infortuni sul lavoro), ma secondo i lavoratori «finora è cambiata solo la carta intestata».

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