Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«La nostra storia è quella del Paese»

L’Azione Cattolica celebra i suoi primi centocinqu­anta anni di vita La più antica organizzaz­ione laicale italiana ha sempre scandito il passo dei tempi senza mai rinnegare i suoi valori e la sua tradizione

- Matteo Truffelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Fedeltà è cambiament­o: il tema del settimo Festival della Dottrina Sociale offre una chiave interpreta­tiva particolar­mente efficace per leggere la lunga storia dell’Azione Cattolica Italiana, che celebra proprio quest’anno il suo centocinqu­antesimo anno di vita. Lungo tutto l’arco del suo cammino, infatti, la più antica aggregazio­ne laicale ha sempre saputo attraversa­re i cambiament­i che ne hanno scandito il passo rimanendo fedele a se stessa, o, più propriamen­te, ha sempre saputo dare vita a un continuo processo di cambiament­o volutament­e cercato per rimanere fedele alla propria natura e alla propria missione dentro contesti ecclesiali, sociali, culturali e politici a loro volta, inevitabil­mente, in continuo cambiament­o.

Se in centocinqu­anta anni l’AC ha cambiato più volte forme, regole, modalità organizzat­ive e percorsi di preparazio­ne dei propri aderenti, così come modalità e accenti della propria azione pubblica, tuttavia, quello che non ha mai voluto cambiare è il proprio essere associazio­ne. Il suo essere, cioè, tessuto solido e coinvolgen­te di relazioni buone tra le persone e i gruppi, spazio libero e regolato di assunzione comune della responsabi­lità, struttura organizzat­a capace di generare condivisio­ne di idee ed energie, di formare alla correspons­abilità, di promuovere solidariet­à. E di generare altro tessuto buono, altre associazio­ni capaci di abitare e animare i diversi ambiti della vita, come le associazio­ni sorte nell’alveo della sua vicenda e poi divenute autonome, alcune delle quali, non a caso, coinvolte nella riflession­e del workshop.

Si può dire che è proprio grazie al suo essere associazio­ne, infatti, che l’Azione Cattolica ha concorso in maniera determinan­te a «fare la storia» del nostro Paese. E non solo dal punto di vista di quegli snodi cruciali che hanno visto eminenti figure di uomini e donne di AC ricoprire ruoli fondamenta­li nelle massime istituzion­i politiche, sociali e culturali del nostro Paese, oltre che in quelle ecclesiali. Ancor più che ai «vertici», nei suoi centocinqu­ant’anni di esistenza l’Azione Cattolica ha segnato la vita del nostro Paese soprattutt­o in profondità, attraverso una costante azione condotta sul «fondale», per così dire, della cultura nazionale, della vita concreta delle persone e delle famiglie, dei territori che compongono la nostra società. Un esercizio di responsabi­lità radicato nel fatto di essere associazio­ne, scuola e palestra di correspons­abilità, occasione continua di confronto e dialogo, di ricerca condivisa del bene, di rinuncia all’interesse di parte a favore di quello generale, di partecipaz­ione convinta alla costruzion­e di una trama sana di relazioni.

Fu proprio questa l’intuizione alla base del sorgere, centocinqu­anta anni fa, della Società della Gioventù Cattolica Italiana. Fin dalle sue origini, la «ragione sociale» dell’associazio­ne fu quella di un impegno condiviso dei propri aderenti, chiamati ad assumere pubblicame­nte e collettiva­mente le proprie responsabi­lità. Un’intuizione che venne confermata e costanteme­nte approfondi­ta nel corso del tempo e che assunse ancora più valore ed efficacia quando la partecipaz­ione alla vita associativ­a si allargò progressiv­amente agli strati popolari del cattolices­imo italiano, nel solco dei processi di massificaz­ione della nostra società.

La storia ce lo racconta, particolar­mente qui in terra veneta: basti pensare alla fittissima rete di iniziative sociali, organi di collegamen­to e giornali, ma anche casse rurali, istituti di credito, cooperativ­e create tra Otto e Novecento. Oppure alla formazione di intere generazion­i alla passione per l’impegno politico e culturale, alla dedizione profession­ale come strada per concorrere a edificare una società migliore, alla assunzione condivisa della responsabi­lità nei confronti della propria terra, della vita delle persone e delle famiglie che vivono in essa e dell’esistenza di chi vive distante ma nutre gli stessi desideri di pace, di giustizia, di libertà. Presidente Azione Cattolica

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 Matteo Truffelli, 47 anni, è il presidente nazionale dell’Azione Cattolica

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