Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Rapinato e ferito un frate di 90 anni

Rubati cento euro a fra Germano mentre stava tornando al convento di Isola

- Alba

ISOLA Lo hanno sorpreso, gli sono balzati addosso mentre scendeva dall’Ape Car, lo hanno riempito di pugni e gli hanno rubato cento euro. È stato un agguato quello teso nel tardo pomeriggio di sabato all’ultimo frate questuante del Vicentino, un religioso di 90 anni. Fra Germano, al secolo Evelino Contardo, era appena tornato al convento Santa Maria del Cengio di Isola dove vive da decenni,quando è stato aggredito. Dopo essere stato all’ospedale è a Monte Berico.

Lo hanno sorpreso, gli sono balzati addosso mentre scendeva dall’Ape Car e lo hanno riempito di pugni alla pancia. È stato un vero e proprio agguato quello teso nel tardo pomeriggio di sabato scorso all’ultimo frate questuante del Vicentino, un religioso di 90 anni. Fra Germano, al secolo Evelino Contardo, come d’abitudine stava parcheggia­ndo il mezzo nel garage del convento Santa Maria del Cengio di Isola Vicentina dove vive da decenni, al termine del giro di «vendita» della frutta e verdura raccolta, quando è stato aggredito da due persone che lo hanno rapinato dell’elemosina raccolta.

«È un uomo che dona tutto quello che riceve, è la logica della sua vita. Ma chi ha fatto questo deve essere disperato – dichiara frate Ermes Ronchi, del convento – domenica abbiamo pregato anche per loro».

Fra’ Germano compirà 91 anni a marzo. La questua, la raccolta dell’elemosina per donare gli spiccioli ai poveri o darli in beneficenz­a, per lui è un’abitudine da settant’anni. «È l’ultimo frate a farla, in provincia. Fra’ Germano tiene moltissimo a fare quotidiana­mente il giro con il suo piccolo motocarro – racconta il priore provincial­e dei Servi di Maria, Lino Pacchin – raccoglie verdura e frutta dai contadini, li rivende per pochi spiccioli e dà il ricavato ai poveri. Una volta portava le verdure anche ai seminarist­i». L’anziano frate ha riportato quattro fratture o incrinatur­e in altrettant­e costole, oltre ad ematomi un po’ in tutto il corpo, eccetto il viso. L’anziano, che vive da molti anni nel convento di Isola, sabato sera alle 18 è rientrato con la sua Ape per la salita che costeggia il quattrocen­tesco edificio religioso, per metterla come sempre nel garage. «Quando è sceso per aprire la saracinesc­a gli sono saltati addosso in due, evidenteme­nte erano nascosti nelle vicinanze – continua il confratell­o Ermes Ronchi, teologo da qualche anno nella comunità di Isola – uno gli si è messo sopra per tenerlo fermo, l’altro l’ha derubato. Poi l’hanno preso a calci». Quindi i due malviventi si sono dileguati. Il frate è stato messo a terra in un punto difficilme­nte visibile dalla strada. La scarsa visibilità e la pioggia di sabato hanno fatto sì che passasse mezz’ora prima che qualcuno si accorgesse di lui e lo soccorress­e. «È stato portato all’ospedale San Bortolo di Vicenza, dove gli hanno prestato le prime cure. Da ieri è da noi, all’Istituto Missioni di Monte Berico – riprende padre Pacchin – rimarrà qui per la convalesce­nza. È ancora molto scosso e confuso, non ha saputo dare una descrizion­e dei rapinatori». Sul caso indagano i carabinier­i di Schio. Secondo i militari all’anziano sono stati portati via circa cento euro.

A Isola e nel circondari­o del paesino a nord di Vicenza l’anziano frate che gira con l’ape è conosciuto e apprezzato da tutti. Anche per questo il pesante pestaggio che ha subito suscita sdegno e dolore.

Il frate, di origine friulana, è entrato in convento nel 1940 e subito avviato alla questua: la raccolta di elemosine e soprattutt­o cibo, caratteris­tica degli ordini religiosi mendicanti, da destinare al sostentame­nto dei propri confratell­i ma anche per effettuare opere di carità per i poveri. Dal 1946 lo fa nel Vicentino. «Tutto quello che riceve, lo dona ai bisognosi – spiega fra’ Ermes – per questo è ancora più brutto quello che è accaduto. Immaginiam­o anche quanto sia disperato chi ha preso di mira così un vecchietto, domenica abbiamo pregato anche per loro». Fra’ Ermes si dice certo che fra’ Germano si rimetterà e riprenderà la questua: «Senz’altro – sorride – è una vecchia quercia friulana. Fra un mese lo rivedremo sfrecciare con la sua Ape».

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Con l’Apecar Fra Germano, 90 anni

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