Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Tribunale, funzionario nei guai: peculato
Vicenza, indagato D’Ambrosio. «Mancano 60mila euro dall’ufficio protesti»
VICENZA Dopo l’arresto a fine settembre di un cancelliere per corruzione, ora nel palazzo di giustizia di Borgo Berga c’è un indagato per peculato. La guardia di finanza ha eseguito una perquisizione a carico di Nicola D’Ambrosio, dipendente dell’ufficio esecuzioni e protesti. Il funzionario è iscritto nel registro degli indagati per una vicenda del 2014, un ammanco di 60mila euro dall’ufficio. Una somma analoga è stata sequestrata dai conti di D’Ambrosio.
VICENZA Nuovo scandalo in tribunale. Dopo l’arresto a fine settembre di un cancelliere per corruzione, ora nel palazzo di giustizia di Borgo Berga c’è un indagato per peculato. Il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza vicentina mercoledì ha eseguito una perquisizione a carico di Nicola D’Ambrosio, dipendente dell’ufficio esecuzioni e protesti (Unep). Il funzionario 66enne, residente ad Arzignano, risulta iscritto nel registro degli indagati per una vicenda del 2014, un ammanco di 60mila euro dalle casse dell’ufficio. Una somma analoga è stata sequestrata preventivamente dai suoi conti dai finanzieri.
La perquisizione nel domicilio del funzionario è avvenuta mercoledì. L’indagine delle Fiamme Gialle, coordinata dal sostituto procuratore Paolo Fietta, è iniziata circa un anno fa, dopo l’acquisizione di una serie di elementi aggiuntivi rispetto a un fatto del 2014. All’epoca il funzionario oggetto di indagine aveva una posizione gerarchica superiore, gestiva contabilità e cassa dell’Unep. Nell’ufficio - che si occupa di pagamenti e pignoramenti - gira parecchio denaro contante, regolarmente registrato e poi messo in cassaforte. A livello ministeriale vengono effettuati costantemente controlli sui conti di questi uffici, nei vari tribunali d’Italia, e nel 2014 era emerso che nelle attività dell’Unep di Vicenza c’era un ammanco di 60mila euro nelle attività del biennio precedente. Quell’anno, quindi, è stato avviato un procedimento amministrativo interno nei confronti del responsabile, all’epoca D’Ambrosio, attività che si è conclusa con la sospensione del funzionario per qualche giorno. All’epoca comunque non erano emersi elementi tali da ipotizzare il reato di peculato (appropriazione indebita di denaro da parte di un pubblico ufficiale, durante le attività del suo ufficio) e far quindi partire un’indagine da parte della procura. Nei mesi scorsi la Finanza ha acquisito elementi nuovi ed è stato contestato il peculato. All’ufficiale giudiziario, nell’ambito della perquisizione, i finanzieri hanno messo sotto sequestro preventivo 60mila euro dal conto corrente in banca.
A fine settembre a Borgo Berga c’era stato un altro caso clamoroso: l’arresto in flagrante del cancelliere Stefano Titomanlio, 54enne residente a Bassano, assieme ad un professionista di Marano Vicentino, Antonio Nicastro, il presunto corruttore. Il fermo era avvenuta nel momento in cui l’ingegnere aveva consegnato al funzionario pubblico una mazzetta di alcune centinaia di euro, scambio visto da carabinieri e guardia di finanza. L’ipotesi della procura è che Titomanlio – ex arbitro di calcio di serie B, nel 2006 coinvolto nell’inchiesta Calciopoli – dal 2016 in più occasioni (alcune anche filmate) abbia favorito in cambio di denaro alcuni professionisti, dando loro precedenza in tema di assegnazioni di perizie. Al cancelliere nei giorni scorsi sono stati concessi gli arresti domiciliari.
Sequestro Dopo la perquisizione a casa di D’Ambrosio, la finanza ha sequestrato 60mila euro dai conti