Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Tangenti, il dirigente del Bo: «Contanti? Non mi fido delle banche»

- di Roberta Polese

Ettore Ravazzolo, dirigente universita­rio arrestato il 15 novembre scorso per corruzione e turbativa d’asta, sa bene che, oltre alle intercetta­zioni registrate dagli inquirenti, a metterlo nei guai sono quei 13.700 euro in contanti ritrovati nella sua camera da letto ben chiusi dentro le scatole dei formaggini. Per quelli bisogna trovare una giustifica­zione, visto che non risultano prelievi dai suoi conti correnti. E la giustifica­zione trovata è che quei soldi sono i regali in denaro fatti dai parenti a sua figlia adolescent­e, tenuti in casa perché lì, nel vicentino, è meglio non fidarsi delle banche, meglio tenere i contanti lontani dai crack degli istituti di credito. Una versione che è al vaglio degli investigat­ori anche se davanti al giudice difficilme­nte reggerà, dato che non si trattava esattament­e di un piccolo gruzzolo. E mentre due giorni fa è stato il turno dell’interrogat­orio di Otello Bellon, impresario indagato per aver fatto a Ravazzolo lavori in casa in cambio degli affidament­i diretti all’università, presto in procura dovrebbero essere sentiti altri impresari e persone informate su come funzionava­no le cose all’università. Bellon dice che Ravazzolo ha pagato in nero il costoso lavoro di impiantist­ica di riscaldame­nto a parete, non si capisce però con che soldi sia stato pagato, dal momento che soldi dai conti correnti non ne sono stati presi. Intanto la procura ha incaricato un architetto di valutare tutte le opere fatte nelle due case di Ravazzolo a Valdagno e Padova. Una prima stima si era assestata a 50 mila euro, per passare, dopo gli interrogat­ori degli operai a 100 mila euro. L’indagine avviata dal procurator­e capo Matteo Stuccilli e dal sostituto Sergio Dini, punta a svelare ancora molti retroscena. Resta da capire anche chi e perché abbia detto agli indagati che negli uffici c’erano delle telecamere. Qualcuno all’università sapeva dell’inchiesta e ha spifferato tutto sperando, evidenteme­nte, in un tornaconto. Come siano andate le cose lo scoprirann­o gli investigat­ori. E non sono esclusi altri sviluppi dell’inchiesta.

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