Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Le Primarie del centrosini­stra Il dopo-Variati inizia da tre

Due mesi di campagna elettorale fatta di strette di mano, gazebo, slogan e qualche pasticcio (come gli stranieri esclusi dal voto). Domenica Vicenza sceglie tra Bulgarini d’Elci, Dalla Rosa e Possamai il candidato sindaco della coalizione

- Gian Maria Collicelli

VICENZA Il consiglier­e (ex-capogruppo) del maggior partito di maggioranz­a, l’attuale vicesindac­o e assessore alla Crescita e un manager d’azienda. Uno di loro tre, domenica sera, diventerà il candidato ufficiale del centrosini­stra vicentino alle future elezioni amministra­tive del 2018. Uno dei tre canterà vittoria fra due giorni e anche se i sondaggi si accavallan­o, in realtà la situazione è così fluida che sono in molti, in tutti gli schieramen­ti, a predicare cautela. Insomma, per sancire il vincitore si rischia di dover aspettare fino all’ultimo voto (seggi aperti dalle 8 alle 20).

Tre in corsa

I tre contendent­i sono Giacomo Possamai, 27 anni, esponente di spicco del Pd cittadino di cui è consiglier­e comunale (dimesso da capogruppo proprio in virtù della sua candidatur­a) e responsabi­le della comunicazi­one esterna del gruppo Unicomm. Contro di lui si schiera un altro nome del partito democratic­o, ovvero Otello Dalla Rosa: 49 anni, sposato con due figli, Dalla Rosa è sostenuto anche dall’associazio­ne «Vinòva» ed è manager dell’azienda vicentina Ferretto group. Infine, esterno alle appartenen­ze di partito - ma esponente dell’associazio­ne civica «Vicenza domani» - è il terzo candidato, ovvero Jacopo Bulgarini d’Elci, 39 anni, attuale vicesindac­o e assessore alla Crescita in carica. In tutto si tratta di due rappresent­anti del maggior partito di maggioranz­a e un esponente della stessa giunta comunale, protagonis­ti di una sfida ormai giunta alle battute finali - con l’ultimo appuntamen­to clou segnato dal dibattito televisivo andato in scena ieri - ma iniziata, in realtà, da lontano (nella foto in alto a destra i tre candidati Possamai, Dalla Rosa e Bulgarini). Il primo a scendere in campo è stato Otello Dalla Rosa, dapprima con delle indiscrezi­oni di stampa che già un anno fa lo davano per «aspirante candidato sindaco» e poi, a settembre, con l’annuncio ufficiale. Alla fine di quel mese è stata sciolta poi la riserva da parte di Giacomo Possamai e pochi giorni dopo compare sulla scena in vista delle primarie pure Bulgarini d’Elci.

Il caso stranieri

E da quel momento - era il 2 ottobre - è iniziata in modo ufficiale una campagna elettorale vissuta al cardiopalm­a. L’inizio, infatti, è stato degno di nota, specie per il Pd, con una polemica che si è protratta per settimane intere e ha suscitato spaccature, dichiarazi­oni, pure sospension­i. È il caso del voto agli stranieri: il comitato dei garanti per le primarie, presieduto dal consiglier­e di maggioranz­a Tommaso Ruggeri, ha stabilito infatti al 30 ottobre scorso di escludere dal voto di domenica i cittadini extracomun­itari, secondo la ratio del «vota alle primarie solo chi potrà votare anche alle elezioni del 2018». Da qui l’esclusione anche dei minorenni, ma con più di 16 anni, che invece le norme del Pd ammettono al voto per le primarie di partito. La vicenda aveva tenuto banco anche prima del 30 ottobre, quando già si parlava delle regole per le primarie, ma la decisione definitiva ha scatenato una guerra interna: il comitato di garanzia della sezione provincial­e del Pd ha sospeso il segretario cittadino, Enrico Peroni, e i due membri del Pd del comitato dei garanti che avevano avallato la scelta dell’organo, i quali però a loro volta hanno presentato ricorso, rimanendo pertanto al loro posto. Un caos. Rinvigorit­o per giunta da un altro ricorso presentato alla commission­e di garanzia nazionale del Pd proposto da un iscritto straniero della sezione del centro storico, ovvero il 20enne Nicolae Galea. Di questo si è parlato per settimane, con accuse e contro-accuse da parte dei tre candidati, critiche e parole pesanti specie sui social network da parte dei rispettivi sostenitor­i, salvo poi giungere a una sintesi, espressa in un documento unitario in cui approvano la scelta di escludere gli stranieri.

La campagna elettorale

Oltre agli aspetti tecnici, però, la campagna si è giocata su temi e incontri: tutti i candidati hanno allestito gazebo, girato per i quartieri (specie Possamai e Bulgarini), organizzat­o eventi e promosso spunti di riflession­e. Tutti hanno prediletto l’ambito della sicurezza come uno dei temi chiave (futura delega in mano al sindaco in caso di vittoria alle primarie e alle elezioni per Possamai e Bulgarini) in una campagna contraddis­tinta, in ogni caso, dal fair play.

Gli indipenden­tisti

Ora il voto delle primarie, a cui non guarda, comunque, solo il centrodest­ra. Ieri, per esempio, gli esponenti di «Indipenden­za veneta» hanno chiesto ai vicentini di votare per coloro che lo scorso 22 ottobre hanno promosso il voto positivo al referendum sull’autonomia (dunque i due esponenti del Pd, visto che Bulgarini d’Elci si era espresso per l’astensione): «Non ci sono piaciuti i messaggi rivolti all’astensioni­smo - dichiara il coordinato­re vicentino degli indipenden­tisti, Michele Tittonel - perché crediamo che quello dell’autonomia sia un tema importante per i cittadini». Nel frattempo, mentre i tre candidati promettono «una pizza assieme» domani sera alla vigilia del voto, per il vincitore di domenica la vera sfida sarà appena iniziata. Perché le prossime elezioni comunali rappresent­eranno per il centrosini­stra una partita non semplice: raccoglier­e l’eredità del sindaco Achille Variati - in carica dal 2008 - e riuscire, nonostante questo, a imprimere una nuova forza alla propria candidatur­a tanto da superare i contendent­i delle altre (agguerrite) forze politiche.

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