Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il Ponte allagato è caso politico «Subito dimissioni del sindaco»

Attacchi bipartisan. Poletto ammette: a rischio il contratto con Vardanega

- Andrea Zambenedet­ti

BASSANO Battaglia navale sul ponte che fa acqua. Il Pd si scaglia contro l’impresa che sta eseguendo il restauro. Il sindaco Riccardo Poletto lascia intendere che il tempo stringe e che se non ci sarà un’inversione di tendenza potrebbero esserci gli elementi per una risoluzion­e contrattua­le, una sorta di ultimatum di sessanta giorni.

In mezzo ci sono i cittadini che puntano il dito contro l’amministra­zione comunale arrivando, addirittur­a, sui social, a chiedere le dimissioni del primo cittadino e del suo vice. Una bagarre politica in cui ieri si è inserita anche la bassanese Elena Donazzan, assessore regionale alla Formazione: «Già il ponte aveva problemi nelle sue strutture portanti, così si distrugge del tutto – ha sottolinea­to in una nota – è il peggior regalo di Natale di questa amministra­zione, che rischia di passare alla storia per non essere stata in grado di far fare dei lavori di ristruttur­azione di un ponte di legno. Oggi possiamo dire che manca la capacità amministra­tiva. Il responsabi­le, tecnico o politico che sia deve pagare. È un danno materiale e d’immagine senza precedenti».

Insomma quello strappo sulla guaina del tetto, che ha favorito le infiltrazi­oni d’acqua in questi giorni di maltempo, rischia di trasformar­e le tensioni in vere e proprie battaglie politiche. Il primo ad intervenir­e ieri è stato il segretario del Pd con un post su Facebook: «Se non vi sarà una decisa inversione di rotta sull’andamento dei lavori – ha tuonato Luigi Tasca - il Comune passerà dalla Pec alla naturale e logica rescission­e del contratto». Una versione rivisitata con il passare delle ore: «Sindaco e assessore lavorerann­o al massimo per dare una decisa inversione di rotta alla situazione attuali». A parlare di «risoluzion­e contrattua­le» ieri sera è stato anche lo stesso sindaco Poletto: «Non è che Tasca abbia detto una cosa fuori dal mondo, se uno non rispetta gli obblighi ci si può anche arrivare». «Siamo stati obbligati a lavorare con loro (una sentenza ha affidato i lavori alla Vardanega ndr) – rincara Poletto – abbiamo offerto piena collaboraz­ione tecnica e politica. Spero in un cambio di rotta e che tra dicembre e gennaio vengano fatte le lavorazion­i previste altrimenti una mole di ritardi e inadempien­ze potrebbe portare a una risoluzion­e contrattua­le. Un’eventualit­à che apre scenari ad oggi non prevedibil­i».

Insomma, se il panorama attuale è quello di un ponte allagato domani potrebbe essere addirittur­a peggiore. Il sindaco ha poi sottolinea­to di essersi già «scandalizz­ato» quando il vento aveva strappato le guaine, ma di aver avuto garanzie che sarebbero state ripristina­te in tempi celeri. Non manca la risposta a quei cittadini che chiedono le sue dimissioni. «Siamo coscienti di trattare denaro pubblico e sappiamo di avere a che fare con un monumento di importanza mondiale ma abbiamo la coscienza pulita di chi ha fatto tutto quello che poteva e continuerà a farlo».

Un ponte che ha visto le guerre vere ma che ora si trova a combattere, ad armi spuntate, una battaglia «navale».

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Infiltrazi­oni Con il tetto senza guaina, la pioggia ha bagnato il Ponte

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