Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il Ponte allagato è caso politico «Subito dimissioni del sindaco»
Attacchi bipartisan. Poletto ammette: a rischio il contratto con Vardanega
BASSANO Battaglia navale sul ponte che fa acqua. Il Pd si scaglia contro l’impresa che sta eseguendo il restauro. Il sindaco Riccardo Poletto lascia intendere che il tempo stringe e che se non ci sarà un’inversione di tendenza potrebbero esserci gli elementi per una risoluzione contrattuale, una sorta di ultimatum di sessanta giorni.
In mezzo ci sono i cittadini che puntano il dito contro l’amministrazione comunale arrivando, addirittura, sui social, a chiedere le dimissioni del primo cittadino e del suo vice. Una bagarre politica in cui ieri si è inserita anche la bassanese Elena Donazzan, assessore regionale alla Formazione: «Già il ponte aveva problemi nelle sue strutture portanti, così si distrugge del tutto – ha sottolineato in una nota – è il peggior regalo di Natale di questa amministrazione, che rischia di passare alla storia per non essere stata in grado di far fare dei lavori di ristrutturazione di un ponte di legno. Oggi possiamo dire che manca la capacità amministrativa. Il responsabile, tecnico o politico che sia deve pagare. È un danno materiale e d’immagine senza precedenti».
Insomma quello strappo sulla guaina del tetto, che ha favorito le infiltrazioni d’acqua in questi giorni di maltempo, rischia di trasformare le tensioni in vere e proprie battaglie politiche. Il primo ad intervenire ieri è stato il segretario del Pd con un post su Facebook: «Se non vi sarà una decisa inversione di rotta sull’andamento dei lavori – ha tuonato Luigi Tasca - il Comune passerà dalla Pec alla naturale e logica rescissione del contratto». Una versione rivisitata con il passare delle ore: «Sindaco e assessore lavoreranno al massimo per dare una decisa inversione di rotta alla situazione attuali». A parlare di «risoluzione contrattuale» ieri sera è stato anche lo stesso sindaco Poletto: «Non è che Tasca abbia detto una cosa fuori dal mondo, se uno non rispetta gli obblighi ci si può anche arrivare». «Siamo stati obbligati a lavorare con loro (una sentenza ha affidato i lavori alla Vardanega ndr) – rincara Poletto – abbiamo offerto piena collaborazione tecnica e politica. Spero in un cambio di rotta e che tra dicembre e gennaio vengano fatte le lavorazioni previste altrimenti una mole di ritardi e inadempienze potrebbe portare a una risoluzione contrattuale. Un’eventualità che apre scenari ad oggi non prevedibili».
Insomma, se il panorama attuale è quello di un ponte allagato domani potrebbe essere addirittura peggiore. Il sindaco ha poi sottolineato di essersi già «scandalizzato» quando il vento aveva strappato le guaine, ma di aver avuto garanzie che sarebbero state ripristinate in tempi celeri. Non manca la risposta a quei cittadini che chiedono le sue dimissioni. «Siamo coscienti di trattare denaro pubblico e sappiamo di avere a che fare con un monumento di importanza mondiale ma abbiamo la coscienza pulita di chi ha fatto tutto quello che poteva e continuerà a farlo».
Un ponte che ha visto le guerre vere ma che ora si trova a combattere, ad armi spuntate, una battaglia «navale».