Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Energia, Bressa gela il Veneto: «Solo al Trentino»

Bottacin: «Vogliamo la facoltà di fermare le centrali». Il governo: «Impossibil­e»

- Monica Zicchiero

Il Veneto non potrà avere la titolarità sulle centrali elettriche come Trento, Bolzano e hanno ottenuto. Così il sottosegre­tario Bressa, che precisa: la Regione speciale non potrà usare l’acqua dei fiumi per le turbine e bloccarne il flusso in Veneto.

Col Trentino è guerra sulla produzione di energia elettrica dai fiumi ma il Veneto non potrà giocare ad armi pari. Potrà solo contrattar­e le conseguenz­e in sede di tavolo dell’autonomia.

Nella bulimia di poteri, soldi e competenze che scatena la battaglia politica a Nord Est sulla specialità, si potrebbe pensare che sia l’ennesima corsa a chi colleziona più impianti, più imprese, più canoni di concession­e. Sbagliato. La gara è all’incontrari­o: vince chi ottiene più poteri per avere meno centrali idroelettr­iche, ed è stata scatenata da un emendament­o alla legge di bilancio che il 29 novembre è stato approvato in commission­e Bilancio al Senato. L’articolo 69 così introdotto stabilisce che da gennaio 2018 le province autonome di Trento e Bolzano abbiano pieni poteri sulla produzione di energia elettrica dai fiumi. E quando si dice pieni poteri, va inteso alla lettera: tutte le norme e i criteri di ammissione per le gare che ci saranno dal 2022 alla scadenza delle concession­i. Inoltre le turbine e le opere diventeran­no di proprietà delle Province autonome di Trento e Bolzano che, nel frattempo, possono stabilire i canoni di concession­e, determinar­e le tariffe dell’utenza e, inoltre, avranno gratuitame­nte anche 220 kilowatt ore per ogni kilowatt di potenza nominale di concession­e da girare gratis o a prezzi di favore a chi ritengono più opportuno, famiglie povere o imprese che hanno bisogno di una turbina per ingranare.

Per riflesso condiziona­to, il Veneto ha chiesto altrettant­o. «Ritengo che questo possa rappresent­are un buon punto di partenza per chiedere le stesse competenze: perché a loro sì e a noi no?», ha detto il governator­e Luca Zaia.

Perché, risponde il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio per gli Affari Regionali Gianclaudi­o Bressa, il Veneto non ha un trattato internazio­nale che disciplina la sua competenza sulla produzione di energia idroelettr­ica. «L’emendament­o arriva dopo trent’anni di leggi, decreti, sentenze, contestazi­oni e tira e molla – spiega – e dà attuazione ad una competenza che discende dall’accordo tra l’Italia e l’Austria del 1969. Il governator­e Luca Zaia chiede pari poteri? Purtroppo le competenze del Veneto non sono stabilite da trattati internazio­nali. Ma sia ben chiaro: non è che la competenza del Trentino Alto Adige diventa ellittica rispetto a quella dell’Italia e possono fare ciò che vogliono: non si terranno l’energia e sono comunque dentro il sistema Italia».

Non potrà, ad esempio, usare l’acqua dei fiumi per far girare le turbine e bloccarne il flusso in Veneto in caso di siccità, come è accaduto la scorsa estate, quando perfino l’Adige andò in secca e, a monte, il lago artificial­e di Santa Giustina era ridotto ad una pozzangher­a. Il Veneto non potrà mai avere la titolarità sulle centrali elettriche come Trento, Bolzano e i Comuni della Regione a statuto speciale ma potrà pretendere che le conseguenz­e dei nuovi poteri dei vicini di casa sulle derivazion­i aperte non vadano a danno del proprio territorio. «L’energia è una delle materie concorrent­i tra Stato e Regioni – ricorda il senatore Giorgio Santini, Pd, componente della commission­e Bilancio a Palazzo Madama - Sulle derivazion­i aperte bisognerà stabilire prerogativ­e della nostra Regione che stiano dentro alle nuove modalità del Trentino e l’occasione migliore per farlo sono i tavoli tecnici di trattativa sull’autonomia. E se emergerann­o correttivi possibili, lavoreremo con i colleghi della Camera: è interesse di tutti che non ci siano troppe differenze, come è accaduto per il bacino dell’Adige questa estate».

Il Trentino Alto Adige aspetta questa competenza da quasi cinquant’anni: accennata dallo Statuto del 1948, fu ribadita dall’accordo internazio­nale tra Italia e Austria del 1969, da una prima norma di attuazione del 1977, da una seconda del governo D’Alema nel 1999 e da una terza del 2006 che chiudeva un contenzios­o con l’Europa sulle concession­i della produzione.

Infine, una sentenza della Corte Costituzio­nale del 2014 pareva aprire altri dubbi sulla titolarità. L’emendament­o al Bilancio ha chiuso il cerchio.

Oltre a stabilire tariffe della luce ad hoc per i residenti, il vero potere starà nel concedere le concession­i. E qui, il Veneto vede il danno emergente. «In Trentino, chi vuole fare un impianto deve pagare la concession­e, regalare l’impianto, regalare l’energia e pagare la compensazi­one ambientale – elenca l’assessore all’Ambiente Giampaolo Bottacin – Ma secondo voi, un’impresa vorrà fare un impianto lì o qui, dove non possiamo mettere questi limiti? Abbiamo già 150 domande giacenti. A noi le nuove centrali non interessan­o. Sono pura speculazio­ne. E vogliamo avere armi pari al Trentino».

Le competenze Con la legge, Trento e Bolzano avranno pieni poteri sulla produzione di energia dai fiumi

 ??  ?? Gli impianti La legge di Bilancio approvata al Senato, stabilisce che Trento e Bolzano avranno pieni poteri sulla produzione di energia dai fiumi (foto archivio)
Gli impianti La legge di Bilancio approvata al Senato, stabilisce che Trento e Bolzano avranno pieni poteri sulla produzione di energia dai fiumi (foto archivio)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy