Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Gli ho sparato perché spacciava a mio figlio» Così Riccardo Crestani al giudice, scarcerato il 18enne che lo ha picchiato: «Papà era geloso»
PIOVENE Un tentato omicidio dettato dalla gelosia. È la versione fornita davanti al giudice, in carcere, dal 18enne Roberto Crestani, protagonista con il padre Riccardo (40 anni) della sparatoria e del pestaggio andati in scena sabato notte al distributore Beyfin di Piovene. L’episodio potrebbe costare l’uso del braccio al 37enne marocchino Rachid Benthar, raggiunto da due colpi di fucile. Il 18enne è stato arrestato dopo aver picchiato il padre, che aveva appena sparato allo straniero. Il gip Cristina Arban ha convalidato entrambi gli arresti dei carabinieri.
Al termine degli interrogatori di convalida, ieri , Roberto Crestani – assistito dall’avvocato Anna Sambugaro – è stato rimesso in libertà. Suo padre Riccardo Crestani, camionista accusato di tentato omicidio premeditato e difeso dall’avvocato Massimo Rizzato, rimane invece in carcere.
Entrambi hanno fornito la loro versione dei fatti durante il faccia a faccia con il magistrato. «Per ora il mio cliente resta in carcere, ma nei prossimi giorni se ci sono le condizioni chiederemo i domiciliari» spiega Rizzato. Secondo l’avvocato, il 40enne nel colloquio «ha ammesso di aver sparato, precisando di averlo fatto perché Benthar cedeva, gratuitamente, qualche dose di droga al figlio. Inoltre era geloso del rapporto tra la sua convivente e Benthar». Quest’ultimo, che non è indagato e resta ricoverato in ospedale in gravi condizioni, a dicembre 2016 era stato arrestato a Piovene con quattro etti di hashish.
Roberto Crestani ha invece dichiarato al giudice che il motivo scatenante del folle gesto del genitore è stato quello passionale. Il rapporto fra Crestani e la convivente sarebbe terminato da tempo e il camionista non vedeva di buon occhio il legame che si era creato fra la donna e Benthar. «Ha spiegato che passavano molto tempo insieme e che suo padre negli ultimi mesi più di una volta aveva detto che avrebbe fatto fuori quell’uomo. Sabato sera sarebbe intervenuto picchiando il padre per impedirgli di prendere a calci il marocchino, a cui aveva appena sparato – precisa l’avvocato Anna Sambugaro – ha ricostruito l’aggressione e ha detto che era l’unico modo di far smettere il padre». Il 18enne dopo l’interrogatorio è stato scarcerato senza misure cautelari.