Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Regione, sul Piave interventi per 109 milioni D’Alpaos: «Ma va fermato lo sfruttamento»
Dalla Grande Alluvione del 2010 a oggi, la Regione ha finanziato 505 interventi sul Piave per 109 milioni di euro (il 90% è concluso). «Dopo il Brenta, il Bacchiglione e l’Adige - ha spiegato l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin, affiancato dal segretario del Distretto di Bacino delle Alpi Orientali Francesco Baruffi e dal professor Luigi D’Alpaos dell’università di Padova - ora ci concentriamo sul Piave, protagonista dell’alluvione del 1966. Si tratta di interventi poco visibili, realizzati in aree non antropizzate, di cui non si parlerà mai se funzioneranno a dovere. Ma è giusto che i veneti sappiano come vengono impiegati i loro soldi e quanto si sta facendo, con continuità, per la sicurezza del territorio». Come la cassa di laminazione di Ciano, a Pederobba, nel Trevigiano, di cui è appena stata finanziata la progettazione (avrà una capacità di 35 milioni di metri cubi d’acqua). L’occasione è stata utile anche per fare il punto sullo stato di salute del fiume sacro alla Patria, di cui il Veneto ha appena perso le sorgenti, passate in Friuli insieme a Sappada: «Oggi la sua portata è di appena 110 metri cubi d’acqua al secondo - ha detto D’Alpaos - di questi, circa 98 se ne vanno in concessioni. Uno sfruttamento preoccupante». Ma non si pensi che gli interventi della Regione sono quindi inutili: «In caso di grandi piogge - ha infatti precisato Baruffi - nell’arco di 12-15 ore il Piave è in grado di raggiungere anche 5 mila metri cubi al secondo». Il che significherebbe esondazione. Un fenomeno che rischia di coinvolgere anche le 2.500 persone che oggi vivono nelle aree golenali e fluviali.