Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Colori e forme A Murano il mondo delle perle di vetro
Per trovare meraviglia e stupore, fuori del chiasso di superlativi e effetti speciali, e orgoglio di appartenere a una civiltà di sapere e bellezza, bisogna vedere a Murano «Il mondo in una perla. La collezione di perle del Museo del Vetro1820-1890», mostra curata da Chiara Squarcina e Augusto Panini, collezionista e massimo esperto al mondo di perle di vetro, aperta da oggi fino al prossimo 15 aprile. Esito di un lavoro di 7 anni di catalogazione della enorme collezione museale fatto da Panini, caduto nella malia delle perle di vetro in Africa da industriale del tessile, l’esposizione racconta una storia gloriosa e misconosciuta di raffinatezza artigianale, intelligenza commerciale, abilità creativa. Tra le tante scoperte da non perdere: la ‘rosetta’, inventata da Maria Barovier nel 1480, diventata autentico oro da baratto nel commercio con le varie etnie dell’Africa. Una ‘perla’ di storia veneziana: quasi tutte le perle a lume e a canna tirata erano frutto di abili mani femminili; pare che la produzione occupasse verso la metà dell’Ottocento più di 10 mila lavoranti a domicilio, in tutta Venezia, che creavano le meraviglie di vetro su lumi alimentati con il sego. Incredibile la perizia del dettaglio, motivi ottenuti con la fusione di fili multicolori di vetro: reticelli, spirali, fiori, stelle nello spazio di pochi millimetri di superficie per una «millefiori» che valeva anche 10 schiavi e, se nel continente americano, 6 perle di Cornalina d’Aleppo compravano una pelliccia di castoro.