Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Banche, audizione pubblica Consoli: risponderò alle domande dei commissari
L’ex manager di Montebelluna: «Pronto a rispondere ai commissari»
Ex popolari, audizioni pubbliche in parlamento per Gianni Zonin e Vincenzo Consoli. Si profila un supervenerdì, il 15 dicembre, con il confronto a distanza tra l’ex presidente di Bpvi e l’ax amministratore delegato di Veneto Banca, davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche. La decisione è stata presa ieri e rimette il caso delle venete al centro dell’ultima tornata di audizioni della commissione. «Sono pronto a rispondere alle domande, se mi convocano», ha detto ieri Consoli, di fronte alle novità parlamentari.
VENEZIA Gianni Zonin andrà: «Quando è stato convocato - dice il difensore Enrico Ambrosetti ad esempio dai magistrati, è sempre andato: lo ritiene un dovere». E anche Vincenzo Consoli si dice pronto a farlo: «Se mi chiamano, risponderò alle domande che mi faranno». Torna nel vivo sotto Natale, con un venerdì di fuoco, il crollo di Popolare Vicenza e Veneto Banca. Perché ieri mattina la commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, a larga maggioranza, ha confermato l’ultimo tassello mancante delle audizioni degli ex presidente di Vicenza e amministratore delegato di Montebelluna, oltre a Pietro D’Aguì, storico manager della Banca Intermobiliare poi acquisita da Veneto Banca: le audizioni non si terranno a porte chiuse, ma saranno pubbliche, con la consueta formula della diretta in Internet.
In serata ieri sera è stato definito il calendario delle audizioni: da sentire ci sono 17 persone in due settimane. Così la giornata degli ex vertici delle venete sarà venerdì prossimo: alle 10 aprirà la giornata Zonin (che martedì vedrà anche aprirsi, con l’udienza preliminare, il processo sul crac Bpvi), alle 14 toccherà a D’Aguì, alle 18 sarà ascoltato Consoli. Zonin e Consoli parleranno dopo il capo della vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, sentito martedì, e il direttore e presidente Consob, Angelo Apponi e Giuseppe Vegas, martedì e giovedì, mentre precederanno il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il lunedì successivo, il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, martedì 19, e l’ex Ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, sentito mercoledì 20.
Il voto ha registrato il pesante «distinguo» del presidente Pier Ferdinando Casini. Zonin e Consoli, è la linea di Casini che aveva proposto un’audizione segreta, sono indagati e imputati, non avranno l’obbligo di dire la verità in quanto non potranno essere sentiti come testimoni (e potranno avvalersi di un avvocato), ha sostenuto Casini, con il rischio che il Parlamento «dia loro un palcoscenico» senza contraddittorio. Terminata la votazione, Casini ha lasciato la guida della seduta ai suoi vice.
In serata sempre ieri, poi, ha dichiarato di essere disponibile ad un’audizione anche Ippolita Ghedini, sorella di Nicolò e moglie del procuratore di Treviso, Michele Dalla Costa, tirata in ballo da alcuni commissari sulla vicenda degli incarichi professionali sul recupero crediti in Veneto Banca. «Prima di accettare l’incarico, visto il ruolo di mio marito, ho chiesto un parere al Consiglio dell’Ordine che mi ha risposto positivamente non ravvisando alcuna incompatibilità svolgendo io attività solo civile». Gli importi fatturati sono stati sui 30 mila euro: «Veneto Banca utilizzava decine di studi. Non vi è stato alcun comportamento non trasparente».
L’attesa a questo punto riguarda va tutta per vedere quali saranno i temi in discussione. Dopo che a inizio novembre a tener banco era stato il tema della vigilanza sulle due venete, con lo scontro Bankitalia-Consob e i sospetti per i due pesi e le due misure, ora la vicenda che ha conquistato il centro della scena è la crisi di Banca Etruria, che vede tra i protagonisti anche Zonin e Consoli.
E tuttavia le domande sui temi centrali delle venete, a sentire alcuni dei commissari più attivi, non mancheranno. «Vogliamo analizzare principalmente la questione delle popolari venete, dove i problemi dei controlli sono emersi chiaramente», dice il deputato del Pd, Gianni Dal Moro. «Non mi nascondo del tema Etruria e mi aspetto che a Consoli chiedano se l’incontro con il padre della Boschi, a Laterina nella primavera 2014, c’è stato - dice Enrico Zanetti di Scelta Civica -. Ma io sono interessato al caso delle due venete che ritengo più grave. Su questo sarà rilevante
I parlamentari Zanetti: ci aspettiamo riscontri sui controlli e la moral suasion di Via Nazionale. Dal Moro: la questione della vigilanza resta centrale
vedere se Zonin e Consoli avranno elementi riscontrabili, dopo il no dichiarato da Barbagallo di aver fatto moral suasion sulla fusione Vicenza-Veneto Banca. Perché fin qui è emersa chiaro l’approccio di Bankitalia su Vicenza, mentre su Veneto Banca nel 2013 scatta l’inquisizione. Con la soluzione di un ruolo di Vicenza nel risiko bancario, sbagliato e che ha finito per aggravare la situazione di Veneto Banca».