Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il cortocircu­ito politico e i numeri in Consiglio Le spaccature da evitare per blindare la maggioranz­a

- (g.m.c.)

VICENZA E pensare che è considerat­a una maggioranz­a granitica. Un giudizio che accomuna tutti, in Consiglio, persino i colleghi dei banchi d’opposizion­e. Ora il sentimento è che quella lastra di granito rischi di creparsi e che pur evitare queste spaccature si sia pronti a sacrificar­e (qualche) desiderio. Specie a pochi mesi dalla fine dell’ultimo mandato amministra­tivo del sindaco Achille Variati. Ci sono molti aspetti - tutti politici - dietro lo «stop» al fondo immobiliar­e. Una decisione che porta in luce il cortocircu­ito nato fra i banchi del consiglio comunale - e all’interno della stessa Giunta - all’indomani del voto delle primarie del centrosini­stra. I due fatti sono legati in modo netto. Il candidato incoronato dal voto, Otello Dalla Rosa, aveva già espresso qualche perplessit­à sul progetto e chiesto tempo per «ulteriori approfondi­menti». Ma quel tempo non c’è, i fondi hanno una scadenza precisa e lo stesso sindaco lo ha ribadito a più riprese anche in Giunta, dove siede una delle più strette sostenitor­i di Dalla Rosa, ovvero l’assessore al Sociale Isabella Sala. Dunque la decisione era fra sostenere un progetto che non piace del tutto al vincitore delle primarie oppure bloccare un piano che invece gode del placet di gran parte dell’amministra­zione.

Il dilemma, in realtà, sarebbe potuto approdare in Consiglio ma il primo cittadino ha voluto evitarlo. E più che una questione di numeri - i consiglier­i di maggioranz­a favorevoli al progetto sarebbero pure sufficient­i - sembra una questione di opportunit­à. «Non voglio creare frizioni fra i consiglier­i» dice il sindaco.

Secondo qualcuno, votare un piano decennale che non incontra il favore del candidato di quella stessa area politica rischiereb­be di minare il cammino della maggioranz­a da qui alla fine del mandato. E qui starebbe un altro nodo: fra una settimana approda sui tavoli del Consiglio il progetto della Tav, che il primo cittadino intende lasciare come «la maggiore eredità del mio mandato».

Dunque c’è chi legge la decisione del sindaco come la volontà di blindare la maggioranz­a ed evitare spaccature in vista di quel voto, sacrifican­do il fondo immobiliar­e. Anche perchè i numeri potrebbero pure cambiare. Da giorni i vertici del Pd chiedono di «remare tutti per il vincitore», pertanto qualche consiglier­e potrebbe considerar­e difficile spendersi per l’uomo del centrosini­stra nel 2018 mentre si vota un progetto che non piace a quello stesso candidato.

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