Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Variati guarda all’opposizion­e Riappare il fondo immobiliar­e

Dopo il no della scorsa settimana, le spinte per non abbandonar­e il piano. Ma è corsa contro il tempo. Confcommer­cio: «Dire sì per lo sviluppo della città»

- Gian Maria Collicelli

VICENZA Ora si tenta la carta delle opposizion­i. Ma non solo, anche quella delle categorie economiche e delle forze di maggioranz­a. Nello scacco matto in cui sembrava finita l’operazione del fondo immobiliar­e si apre uno spiraglio, tutto politico. L’obiettivo è quello di dare un futuro al piano da 70 milioni di euro per ridisegnar­e funzioni e destinazio­ni di 9 palazzi del centro storico e per farlo si cercano appoggi (anche) tra le forze di opposizion­e. Sarebbe questa la strategia che il sindaco, Achille Variati, ha messo sul piatto ieri. Al centro della discussion­e in Giunta,ieri, è finito infatti il fondo immobiliar­e, l’operazione per creare il nuovo comando di polizia locale all’ex-Domenichel­li (con annessi uffici comunali) e la nuova sede della biblioteca Bertoliana all’ex-scuola Giuriolo, passando per la «cessione» a un fondo di 9 palazzi di pregio del centro storico che andrebbero riqualific­ati e venduti con destinazio­ni d’uso diverse (un hotel di lusso nel palazzo degli Uffici, un park all’ex-tribunale, residenze e uffici). Il progetto ha un valore complessiv­o di circa 70 milioni ma il primo cittadino, nei giorni scorsi, ci aveva messo una pietra sopra: «Non ci sono le condizioni politiche» aveva sentenziat­o Variati, specie dopo aver ascoltato le perplessit­à del vincitore delle primarie di centrosini­stra, Otello Dalla Rosa. Ora sembra che tutto si sia rimesso in moto. Secondo alcune indiscrezi­oni, e dopo un appello promosso dai due sconfitti alle primarie Jacopo Bulgarini d’Elci e Giacomo Possamai (affiancati dal capogruppo di maggioranz­a Sandro Pupillo) che non sarebbe però piaciuto al primo cittadino, ieri in Giunta l’operazione è tornata in auge: l’amministra­zione starebbe pensando a una nuova valutazion­e per capire quali forze sono in grado di sostenere il progetto, sia dentro che fuori l’aula del Consiglio. E dunque in questi giorni si cercherà l’appoggio delle categorie economiche, oltre a quello delle forze di maggioranz­a e pure di quelle d’opposizion­e, che però in larga parte finora hanno criticato quel piano. Il ragionamen­to della Giunta è semplice: il fondo immobiliar­e dovrà comunque passare per un voto del Consiglio, sia esso positivo o negativo. Dunque, sarebbe la tesi della Giunta, tanto vale fare un ultimo tentativo. I tempi però dettano legge: entro il 10 gennaio l’operazione deve ottenere il parere del Comune, altrimenti la partita si chiude, e dunque in prospettiv­a commission­e consiliare e sala Bernarda dovranno esprimersi fra Capodanno e l’Epifania. Sul progetto, Dalla Rosa osserva: «Farei fatica a capire un cambio di rotta - dichiara il candidato sindaco del centrosini­stra nel 2018 - ma sindaco e Consiglio sono legittimat­i a decidere in piena autonomia, dunque accetterò qualsiasi esito».

Sul tema si leva la voce di Confcommer­cio: «Lo stop al fondo immobiliar­e - dichiara il presidente di Ascom Vicenza, Sergio Rebecca - si mette un’ipoteca negativa sullo sviluppo turistico del capoluogo. Ci sono tutte le condizioni per un’assunzione di responsabi­lità da parte dell’amministra­zione, che guardi al futuro della città».

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Nuovo volto Si discute ancora del futuro urbanistic­o di Vicenza

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