Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Cave e presunte mazzette chiesto uno sconto lieve per l’ex funzionario Canalia
VICENZA Cave e presunte mazzette per seicentomila euro erano costate nel maggio del 2015 una condanna a quattro anni e otto mesi di reclusione ad Angelo Canalia, il geometra arrestato per concussione sei anni prima, quando era all’apice della carriera come funzionario della Provincia dell’Ufficio cave e miniere. Allora la guardia di finanza trovò il 63enne di Lusiana con le mani sulle bustarelle. Il giorno della condanna a Vicenza Canalia aveva annunciato, respingendo ancora una volta le accuse, «andrò fino in fondo», determinato «a perseguire tutte le strade giuridiche –aveva spiegato - per far valere la mia innocenza». Ha appunto fatto ricorso in Appello. Ieri davanti ai giudici lagunari il sostituto procuratore Maristella Cerato ha sollecitato una pena di poco inferiore a quella inflitta in primo grado e cioè quattro anni e due mesi. Detto che nel frattempo alcuni degli episodi contestati, probabilmente tra il 2000 e il 2006, sono andati prescritti. L’avvocato di Canalia, Marco Dal Ben, che già davanti ai giudici vicentini aveva smontato l’ipotesi di concussione, ha chiesto l’assoluzione o comunque la riqualificazione del reato contestato in quello di corruzione. A gennaio la sentenza. Per l’accusa Angelo Canalia aveva incassato due mazzette dalla Euro Marble di Pietro Colpo a Sarcedo nella primavera 2009 – mazzette confessate dallo stesso imputato - e molte altre prima, tra il 2000 e il 2006, sempre dallo stesso imprenditore, a trance di 5-10 mila euro al mese. «Gli ho pagato tangenti per seicentomila euro per evitare che mi interrompesse l’attività estrattiva» aveva denunciato il cavatore bassanese Pietro Colpo alla Finanza. La bustarella – videoregistrata - che costò a Canalia l’arresto è del 30 aprile 2009. Per l’accusa ne aveva incassata una solo il mese prima. «Era un riconoscimento dei consigli che gli avevo dato, non una tangente, una volta a casa ho bruciato tutto. Io non chiedevo e non ho mai chiesto soldi, ho rifiutato più volte» si era giustificato il geometra di Lusiana, che in primo grado era stato anche condannato a liquidare alla Provincia di Vicenza una provvisionale immediatamente esecutiva di settantamila euro, e una seconda, di cinquantamila euro, all’imprenditore Colpo che lo aveva denunciato.