Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
C’è la Tav in Consiglio Il caos (anche in piazza) non ferma il progetto
Tensioni in aula e fiaccolata. Variati: «Opera necessaria»
La forma è quella dell’approvazione delle osservazioni al progetto, ma la sostanza è un via libera al progetto preliminare per la Tav a Vicenza. L’attraversamento del capoluogo da parte dei treni veloci ottiene l’ok di sala Bernarda (con 20 sì e tre no) nel corso di una seduta, quella di ieri sera, ad alto voltaggio, con critiche (dure) e scontri verbali fra maggioranza e opposizione. Il clima di tensione comincia già nel pomeriggio, a inizio lavori, e culmina in serata, quando sotto le finestre del Consiglio arriva il corteo dei comitati e delle realtà contrarie al progetto. Un centinaio di persone si ritrovano in piazza dei Signori e lì mettono in scena la loro protesta: sirene, tamburi, fischietti e pure megafoni (nonostante i diktat della questura), affiancando striscioni con slogan come «Fermare il Tav», «L’unica città sostenibile è quella contro le grandi opere». Ma i momenti caldi sono diversi: a inizio seduta la capogruppo del Movimento 5 stelle, Liliana Zaltron, chiede di sospendere il voto parlando di «opera distruttiva che presenta un conto salatissimo alle prossime generazioni». Ma la richiesta viene bocciata. Altro tentativo del collega grillino Daniele Ferrarin, che vorrebbe far parlare - al suo posto - gli esponenti degli stessi comitati che protestano fuori. Ma anche qui la richiesta viene bocciata. E scoppiano le grida: «Vergogna», «Questa non è democrazia» e c’è chi ricorda le voci dei comitati «No Dal Molin» negli anni scorsi: «In quell’occasione li facevate parlare» commenta Francesco Rucco (Idea Vicenza). In un clima teso, però, la discussione sull’opera avanza. Il progetto disegnato dai tecnici di Rfi (Rete ferroviaria italiana), presenti ieri in sala Bernarda, vale 805 milioni e prevede il raddoppio dei binari lungo la linea storica dal bivio-Vicenza a viale del Risorgimento, per un tratto di 6,2 chilometri, oltre alla rivisitazione completa della stazione di viale Roma, la nuova fermata in Fiera, la strada dell’Arsenale, il cavalcaferrovia di via Maganza. Dopo le riunioni di commissione e un’assemblea pubblica, il piano raccoglie in Consiglio osservazioni che il Comune porterà in Conferenza dei servizi a Roma. La Giunta ha presentato 50 osservazioni chiedendo fra le altre cose - di evitare l’abbattimento del Bocciodromo e del Palakiss, ma anche di ridurre l’altezza del cavalcaferrovia di via Maganza e di inviare il progetto all’Unesco. In aula il piano ha ricevuto le critiche maggiori dal M5S («Distrugge la città e non c’è stata vera partecipazione dei cittadini»), da Valentina Dovigo dell’omonima lista civica («Prima vengano garantiti collegamenti efficaci ai pendolari che usano il treno oggi»), ma pure dalla maggioranza con il consigliere del Pd Ennio Tosetto perplesso: «Il progetto ricadrà pesantemente sulle generazioni future e mi preoccupano in modo particolare il cavalcaferCrovia di via Maganza, troppo impattante con i suoi 12 metri di altezza, come pure i 9 chilometri di barriere antirumore, alte oltre nove metri». Il sindaco Achille Variati dichiara: «Oggi si chiude un lunghissimo dibattito iniziato oltre vent’anni fa e le proteste fanno parte della fatica e della forza della democrazia. Non dare a Vicenza un collegamento europeo di grandi treni sarebbe un errore imperdonabile».
Alle osservazioni della Giunta si sono affiancati da ordini del giorno (6) ed emendamenti (10). E alla fine l’aula approva due ordini del giorno (presentati dalla Pd Marobin e da Dovigo) e i 4 emendamenti firmati dal sindaco per realizzare 2 nuove rotatorie (all’incrocio fra via Martiri delle Foibe e viale dello Stadio e fra viale della Scienza e via dell’Oreficeria), di allungare del sottopasso di via dello Stadio e di prolungare verso sud il cavalcaferrovia di Ponte Alto.