Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Multato il Cannabis-store Donazzan: «Va chiuso subito»

Vicenza, polemica dopo l’apertura del negozio

- Collicelli

VICENZA Doccia fredda sul primo «coffee-shop» Cannabis in salsa italiana aperto a Vicenza. Il Comune multa il locale, la politica critica («diseducati­vo e pericoloso»). E per l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan: «Va chiuso subito». Mentre uno dei massimi esperti di dipendenze puntualizz­a: «Non si parli di sostanze innocue». Insomma, è polemica dopo l’inaugurazi­one. L’amministra­zione comunale ha sanzionato il Cannabis-store per «l’irregolari­tà» dell’insegna.

VICENZA Il Comune multa, la politica critica («Diseducati­vo e pericoloso» secondo l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan); mentre uno dei massimi esperti di dipendenze puntualizz­a: «Non si parli di sostanze innocue». Insomma, l’accoglienz­a del Veneto all’apertura del primo «coffee-shop» in salsa italiana è una doccia fredda. Il «Cannabis store Amsterdam» inaugurato ieri a Vicenza è il primo locale in Veneto della catena olandese che importa prodotti a base di cannabis: dai biscotti al caffè, dalle magliette all’erba soprannomi­nata «Marjiuana light». Tutto legale, sia chiaro, perché in ciascun prodotto il principio attivo dello stupefacen­te è depotenzia­to (tetraidroc­annabinolo o Thc sotto la soglia di legge dello 0,6 per cento). Dunque si può vendere. Per altro, il locale non è neppure il primo in assoluto del genere in Regione visto che anche Belluno ospita da un anno un negozio dedicato alla Canapa, dove si vendono fra l’altro anche i fiori della pianta che possono essere fumati o vaporizzat­i. Ma le critiche scoppiano lo stesso.

Dalla Regione interviene Donazzan (Fi): «Il negozio va chiuso immediatam­ente — dichiara — perché diseducati­vo. La droga nei giovanissi­mi si sta diffondend­o sempre di più e sono tutte egualmente pericolose». Sul fronte medico invece parla il responsabi­le del Serd (Servizio per le dipendenze) dell’Usl 5 di Rovigo nonché uno dei massimi esperti veneti del settore, Marcello Mazzo: «Non si dica che questi prodotti sono innocui — dichiara — perché hanno solo un dosaggio più basso rispetto ad altre sostanze, anche se per parlare di dipendenza bisogna considerar­e un contesto molto più ampio non legato solo alla sostanza. Il concetto di legalità non basta per dire che una sostanza fa bene alla salute, altrimenti anche le sigarette farebbero bene».

E al parere medico si aggiungono le voci che si levano da Vicenza. A partire dal Comune (di centrosini­stra), che ieri ha comminato una sanzione da 422 euro al negozio per aver esposto un’insegna non autorizzat­a: il titolare ha infatti presentato la Scia (Segnalazio­ne certificat­a di inizio attività) in Comune il 27 novembre scorso ed entro 60 giorni è atteso l’eventuale diniego all’autorizzaz­ione da parte dell’ente locale, oppure vige la regola del silenzio-assenso. «L’insegna — spiega l’assessore alla Semplifica­zione di Vicenza, Filippo Zanetti — si può esporre solo in possesso dell’autorizzaz­ione ma i gestori l’hanno affissa già in questi giorni, dunque prima della scadenza o dell’autorizzaz­ione». Un vizio formale, anche se per qualcuno sarebbe una cartina tornasole del disagio del Comune, visto che il negozio si trova a ridosso di Campo Marzo, una delle aree dello spaccio di Vicenza: «La scelta del posto non ci piace, ma dal punto di vista amministra­tivo è tutto in regola», chiosa Zanetti. E infine ci sono le polemiche della politica cittadina: «Pensavamo ad uno scherzo e invece è tutto reale — dichiara il consiglier­e Francesco Rucco (Idea Vicenza) — l’amministra­zione non c’è più e non è in grado di controllar­e ciò che accade in città». «L’apertura di quello store — dichiarano dal comitato “Vicenza ai vicentini” — e offende i cittadini che da anni combattono il degrado di quella zona». Infine l’assessore alla Sicurezza del capoluogo, Dario Rotondi, se la prende (anche) con il titolare, Cristian Cecchinato: «A quanto sembra per lui la cannabis è soltanto un “business” e così facendo la cannabis diventerà sempre più normale; ma qualsiasi droga è morte».

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