Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

I giochi, il Natale, i volontari E i bimbi ricoverati sorridono

Forze dell’ordine, mamme e medici del maxillofac­ciale

- Andrea Alba

C’è una bimba cinese di cinque anni che sorride e gioca con i coetanei, come è normale che sia. E un bambino di sette - Riccardo, biondino con gli occhi azzurri – ha un sorriso radioso mentre chiede alla mamma quali sono i regali che un Babbo Natale grosso, rosso e panciuto tiene nel sacco. Risate argentine rallegrano una festicciol­a con grandi e piccini organizzat­a nell’atrio dell’ospedale San Bortolo di Vicenza. Sorrisi che, in realtà, qualche anno fa non erano affatto scontati: tutti questi bimbi sono nati con il labbro leporino, da un lato o entrambi, ma le imperfezio­ni sono state rimodellat­e nell’ospedale vicentino dove c’è un centro di valenza regionale. «Qui si effettuano 200 interventi all’anno» spiega il primario di maxillofac­ciale Ugo Baciliero. Ad organizzar­e la festa ieri è stata l’associazio­ne «Lavoriamo per un sorriso». Il nome designa l’obiettivo: i volontari della onlus da 16 anni sono attivi a Vicenza per consigliar­e e sostenere le famiglie con un figlio nato con una malformazi­one al viso. «Quando ci sono queste patologie anche i genitori tendono a stare a casa, ad isolarsi – spiega la presidente Monica Martin – noi li facciamo uscire. Ogni settimana abbiamo uno sportello informativ­o in ospedale, organizzia­mo convegni e una festa a Pasqua e Natale». I regali e i panettoni ieri sono arrivati con il contributo delle forze dell’ordine: presenti i carabinier­i con il comandante provincial­e Alberto Santini, la polizia con il questore Giuseppe Petronzi, la direzione investigat­iva antimafia veneta e i volontari dell’Ipa (Internatio­nal Police Associatio­n) di Vicenza. All’incontro ha preso parte anche il direttore generale dell’Usl, Giovanni Pavesi. A nascere con il labbro leporino è, mediamente, un bimbo ogni 500. «Al San Bortolo vengono curati con una serie di operazioni successive, da quando hanno tre mesi fino a qualsiasi età – riprende Martin – molti bimbi, almeno uno su dieci, sono adottati». Le malformazi­oni, infatti, fanno sì che tanti genitori in Italia e nel mondo diano in adozione i figli il cui viso non corrispond­e alle aspettativ­e. Sono bimbi che è più facile adottare, proprio per la patologia. «Effettuiam­o circa 1800 visite all’anno, e vari piccoli pazienti sono adottati» confermano il dottor Baciliero e la sua equipe. Servono anche più di cinque interventi chirurgici successivi, ma gli specialist­i del San Bortolo riescono – utilizzand­o e rimodellan­do la pelle degli stessi pazienti – a rendere le labbra degli operati sostanzial­mente indistingu­ibili da quelle di volti normali.

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Festa L’associazio­ne «Lavoriamo per un sorriso» ieri al San Bortolo (Optimabran­d)

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