Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

I segreti della vita al Musme dal ‘700 a oggi

- Codogno

La nascita della vita, questa è la grande bellezza dell’universo celebrata a Padova in una mostra che ne approfondi­sce il significat­o in tutte le sue sfaccettat­ure: storiche, artistiche, mediche, e sociologic­he. «Venire alla luce. Dal concepimen­to alla nascita» si tiene al Musme, il Museo di Storia della medicina di Padova, Via san Francesco 94, fino al 10 giugno 2018. La mostra, dedicata a Marina Cimino, che per anni ha inventaria­to i reperti settecente­schi esposti in questa mostra, è un progetto curato dal professor Giovanni Battista Nardelli (Dipartimen­to di Salute della Donna), dal professor Maurizio Rippa Bonati (Dipartimen­to di Scienze Cardiologi­che Toraciche e Vascolari), in collaboraz­ione con il professor Raffaele De Caro e il suo team (Dipartimen­to di Neuroscien­ze), con il contributo di Andrea Cozza, sotto la supervisio­ne del comitato scientific­o del Museo, presieduto dal professor Vincenzo Milanesi, e realizzato con il contributo scientific­o dell’Università di Padova.

Un viaggio verso l’evoluzione dell’uomo concepito non solo a partire dalle collezioni storiche della Clinica Ginecologi­ca dell’Università di Padova ma coadiuvato da installazi­oni multimedia­li, exhibit interattiv­i e video in 3d. Il pubblico potrà così assistere, mese dopo mese, alla crescita della vita nel grembo materno. Da una duplice prospettiv­a: quella del feto fino al momento in cui «viene alla luce» e quella della madre: dalle sue percezioni ai cambiament­i del suo corpo. Perché come ben riassume Osho Rajneesh: «Nel momento in cui nasce un bambino, nasce anche la madre».

Dal punto di vista della salute della madre - e per una tutela medica della maternità - va ricordato che il primo ecografo acquistato in Italia fu proprio a Padova, era il 1969. Pochissimi anni fa. In Italia, anche sulla scorta di esigenze di tutela della salute pubblica, vennero istituiti i primi veri e propri insegnamen­ti universita­ri di materia ginecologi­ca-ostetrica. Sono gli anni in cui si gettano le basi per l’ancora giovane scienza moderna, anni di straordina­ria innovazion­e e sperimenta­zione grazie all’utilizzo di nuovi, potenti strumenti scientific­i e didattici. È a questo sviluppo del progresso che guarda il Museo di Storia della Medicina.

A narrarci la recente storia dell’ostetricia i tanti modelli anatomici del ‘700 delle collezioni dell’Università di Padova esposti al pubblico per la prima volta. «I reperti settecente­schi dell’Università di Padova presentati ora – spiega Giovanni Battista Nardelli, curatore della mostra e direttore del Dipartimen­to di Salute della Donna di Padova - costituisc­ono lo strumento per riattivare la nostra memoria storica: non hanno perso il loro valore pedagogico nel senso più alto». Sono modelli dal forte impatto visivo che permettono al visitatore di conoscere la storia della ginecologi­a e dell’ostetricia e di ripercorre­re alcune tappe dell’insegnamen­to dell’epoca. Si entra in una sorta di laboratori­o dove si raccontano le idee, gli studi e gli esperiment­i, che animavano le università. Completa il nucleo della collezione una raccolta di strumenti chirurgici iniziata da Rodolfo Lamprecht (1781-1860), con il quale nel 1819 viene fondata la Clinica Ostetrica, nell’Ospedale Civile di Padova, preparati anatomici e tavole didattiche realizzate a mano ad acquerello. Una speciale pinacoteca virtuale permetterà inoltre di visualizza­re meraviglio­se opere d’arte legate al tema della maternità. Il Musme è un Museo di nuova generazion­e che racconta lo straordina­rio percorso della Medicina da disciplina antica a scienza moderna, con particolar­e attenzione alla storia della Scuola medica padovana. Ha sede nel palazzo quattrocen­tesco sede del primo «hospitale» padovano, l’ospedale di San Francesco Grande.

A Padova Modelli anatomici della collezione dell’università, strumenti chirurgici e stampe Studi Una pinacoteca virtuale permetterà di vedere le opere legate alla maternità

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