Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Imu e Tasi, seconda rata da 800 milioni per i veneti
Categorie sul piede di guerra: riduciamole
VENEZIA Stangata sugli imprenditori (e i proprietari di seconde e terze case) del Veneto. Domani la scadenza della seconda rata di Imu e Tasi che, secondo i dati della Cgia, arriverà a un totale regionale di 767 milioni di euro. Un conto salato per artigiani con un capannone tassato o su negozianti con locale di proprietà. Furiose le categorie, inclusa quella dei commercialisti che si dicono «esasperati» per l’anno più complicato di sempre sul fronte fiscale e tributario.
VENEZIA Sotto l’albero, l’ennesima mazzata. Stavolta è il turno della seconda rata di Imu e Tasi la cui scadenza è domani. E l’Ufficio studi della Cgia fa sapere che, ancora una volta, il Veneto sfiora il podio con un totale complessivo di 767 milioni da versare fra proprietari di case di lusso, immobili strumentali (negozi, capannoni e uffici) e titolari di seconda o terza casa. Ci si posiziona, insomma, appena dopo Piemonte, Emilia Romagna, Lazio e Lombardia che svetta con 1,8 miliardi. I conti veneti parlano di 2,4 milioni per l’abitazione principale, 438 per seconde e terze case e 401 milioni per gli immobili strumentali. «Ecco, sbotta Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto - proprio di questo si tratta per i negozi di proprietà, di uno strumento di lavoro. Non si capisce come possa essere tassato come fosse una rendita».
Gli artigiani, poi, in trincea come ogni anno per la legge di stabilità, battagliano emendamento su emendamento ma, dice il presidente di Confartigianato Veneto, Agostino Bonomo: «Mai come quest’anno siamo stati tartassati, imporre un regime fiscale e tributario come quello del 2017 è una nefandezza. Al punto che stiamo cercando di conteggiare quanti parlamentari di mestiere facciano i commercialisti e gli avvocati, le due categorie che beneficiano di questa giungla normativa». I commercialisti, però, ribattono che pure per loro il 2017 è stato un annus
horribilis. Margherita Monti, presidente della Conferenza che riunisce gli ordini professionali di commercialisti ed esperti contabili delle Tre Venezie, arriva ad un passo dal perdere l’aplomb istituzionale nel commentare l’anno più complicato per la categoria: «Nel 2017 c’è stato un aumento terribile di adempimenti. Sono aumentati in modo disordinato e senza preavviso. Serve una riorganizzazione e l’eliminazione dei doppioni. L’esasperazione è anche dei nostri studi non solo delle imprese». Al coro degli esasperati, insomma, si aggiungono anche i commercialisti. Un esempio su tutti è il mancato avvento dell’Ire, l’Imposta unica sul reddito imprenditoriale annunciata in pompa magna mesi fa, al punto che le aziende e i commercialisti si stavano organizzando per quella che sarebbe stata salutata come una effettiva semplificazione ma che, invece, poche settimane fa è stata rimandata a data da destinarsi.
Restano le scadenze, come quella di domani. Il totale nazionale per la seconda rata di Imu e Tasi arriva a 9,9 miliardi di cui 5,3 per seconde e terze case, 4,5 (quasi il 10% arriverà del Veneto) per capannoni, uffici e negozi. «Domani - dice Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia -, sarà una giornata di passione per milioni di italiani. Oltre al pagamento della seconda rata dell’Imu e della Tasi, gli imprenditori, ad esempio, dovranno versare le ritenute Irpef e i contributi previdenziali dei propri dipendenti e dei collaboratori. Inoltre, chi è tenuto al pagamento su base mensile dell’Iva dovrà pagare l’imposta su novembre».
Numeri, quelli della Cgia, che sono benzina sul fuoco per gli artigiani ma anche per le associazioni di categoria del commercio e dei piccoli proprietari. Ruggero Sonino presidente di Uppi Venezia (Unione piccoli proprietari immobiliari) mette l’accento sulla specificità veneziana «Serve che questo tema torni nella legge di stabilità e che si prevedano detassazioni parziali». Fra i più arrabbiati, Bonomo: «Chiediamo che l’Imu sui capannoni venga tolta da tre anni ma come molte altre richieste è rimasta inascoltata. Con il Governo è un dialogo fra sordi. Roma resta impermeabile persino alla logica più semplice. L’unica magra consolazione è l’accordo strappato a forza sugli incentivi economici per i miglioramenti interni: efficientamento energetico, infissi, migliorie architettoniche e la cancellazione sugli “imbullonati” vale a dire i macchinari fissati a terra che venivano conteggiati come volume dell’edificio per l’Imu. Ecco, non ci manca certo la fantasia».
Bonomo È una nefandezza: chiediamo da tre anni la cancellazione dell’Imu sui capannoni, inutilmente Zanon Tassare un negozio che è strumento di lavoro alla stregua di una rendita non ha senso, ma non ci ascoltano Monti Anche i commercialisti sono esasperati, il 2017 è stato l’anno peggiore fra norme doppie e burocrazia