Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
DONNE E PARITÀ LA VIA DELLE IMPRESE
Regione, sfogo social dell’assessore: nel mirino Berlato e la «sua» maggioranza
Lo scorso venerdì, a Padova hanno presentato il «Bilancio di genere» dell’Università che laureò la prima donna al mondo. Il documento è la certificazione che le donne continuano ad avere serie difficoltà a far carriera dentro l’accademia: sono in maggioranza durante gli studi, si laureano prima e meglio degli uomini, ma poi non si capisce perché le proporzioni si invertano nelle posizioni apicali (anzi, «si capisce, eccome»).
Sempre venerdì scorso, a Venezia hanno lanciato LEI, Center for Women’s Leadership, iniziativa dell’Università Ca’ Foscari che avvia il primo centro in Italia per promuovere lo sviluppo della leadership femminile nel mondo delle professioni e delle opportunità di carriera. È la certificazione che il tema della parità di genere ormai ha fatto breccia e che si è raggiunta la massa critica per organizzarsi e passare dalle parole ai fatti.
Martedì scorso, a Bresso (Milano) un gruppo di ricerca guidato da una donna e composto in maggioranza da donne dell’Università di Padova ha vinto Open Accelerator, iniziativa a supporto del trasferimento di tecnologia dai laboratori all’impresa nelle scienze della vita, promossa da Zambon Group, azienda farmaceutica italiana guidata da una donna. È la certificazione che esistono uomini che interpretano senza imbarazzo il ruolo di follower in team trainati da donne leader.
Ci sono tutte le condizioni per trasformare questi fenomeni in azioni incisive, che pongano fine alle persistenti dis-parità di genere.
Basterà non cadere nell’errore di seguire la via della rivendicazione per saldare immediatamente il conto con il passato (e, in parte, con il presente) e non limitarsi a reclamare solo interventi normativi, che sono necessari ma che a volte, con il nobile obiettivo di distribuire equamente le opportunità, possono anche creare autentiche «riserve» che ghettizzano.
In attesa che il sempre evocato «cambiamento culturale» prima entri nella testa di tutti i maschi e poi incida sulle regole e sulle consuetudini delle organizzazioni e della nostra società, un modo efficace per accelerare il cambiamento è progettare o sostenere iniziative ispirate ad alcuni dei principi della «Strategia Oceano Blu».
Questo approccio, che nasce nel mondo delle imprese, ci offre spunti interessanti: in certe situazioni, è più efficace aggirare il problema per minarlo alla base, invece di affrontarlo di petto.
VENEZIA Più fondi alla caccia, seppur declinata come «attività culturale legata all’ambito venatorio» che alle crisi aziendali. L’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan monta su tutte le furie e affida a un post al vetriolo su Facebook il suo punto di vista. L’occasione è la nascita della cooperativa industriale Ferroli di Verona «grazie - scrive Donazzan - ai suoi coraggiosi operai».
Fin qui tutto bene ma la Donazzan rilancia scrivendo: «A fronte di questo sforzo straordinario dei lavoratori, delle tante crisi aziendali che seguo dal mio ruolo regionale, a fronte della finanza che sempre manca quando c’è da sostenere idee per fare impresa ci sono in bilancio regionale soli 200 mila euro».
Un goccia nel mare tanto che «Poi la rabbia esplode continua l’assessore - quando vengo a sapere che ci sono emendamenti che darebbero 700 mila euro alle associazioni venatorie per fare formazione, educazione culturale o forse campagna elettorale». Il riferimento, neppure troppo velato, è al consigliere regionale di Fratelli d’Italia Sergio Berlato, alfiere dei cacciatori veneti.
L’affaire Berlato, già nei giorni scorsi, ha tenuto banco a Palazzo Ferro Fini alle prese, in queste settimane, con la legge di stabilità regionale la cui discussione, a partire dal collegato, riprenderà proprio oggi. Il prolifico consigliere Berlato ha presentato qualche decina di emendamenti sui temi più disparati.
Nessun problema, dicono i bene informati, dopo lunghe trattative, Berlato ritirerà il corpus di emendamenti a fronte di un accordo che avrebbe dimezzato le richieste: 350 mila euro ma non a pioggia come richiesto bensì sulla base di progetti presentati alla Regione.
In realtà si tratterà di 200 mila euro per i progetti culturali delle associazioni venatorie e 150 mila per il software dedicato alla mobilità venatoria che, però, sarà gestito direttamente dalla Regione.
Settecento o duecentomila euro che siano, restano troppi per Donazzan che scrive ancora: «Sono a favore della caccia ma sono convinta che i cacciatori padri di famiglia, operai o imprenditori o nonni di nipoti che debbono emigrare all’estero voterebbero con me per non finanziare una non meglio precisata attività culturale delle associazioni venatorie, ma preferirebbero aiutare le imprese, i giovani, gli anziani in difficoltà».
Tanto più che non è passata del tutto inosservata l’audizione dello scorso 22 novembre in terza commissione (presieduta proprio da Berlato) anche del genero del consigliere, Vincenzo Forte, nelle vesti di presidente della «Fondazione per la cultura rurale», associazione molto vicina al mondo della caccia. Una delle associazioni, insieme a Confavi (Confederazione delle associazioni venatorie italiane) presieduta da Maria Cristina Caretta, già collaboratrice di Berlato.
«Mi si chiede spesso cosa possa fare la Regione per le crisi aziendali - dice Donazzan - e la mia risposta è che facciamo relazioni industriali, accompagniamo le aziende con l’unità di crisi. Di soldi, però, non ce ne sono, l’anno scorso avevamo una dotazione di neppure un milione di euro e per il prossimo ci sono per tutte le crisi industriali solo 200 mila euro».
Che questa volta la battaglia per i finanziamenti alla caccia di Berlato abbia suscitato più di qualche tensione interna alla maggioranza è opinione diffusa a Palazzo Ferro Fini. «Il consigliere Berlato - spiega il consigliere Marino Finozzi (Lega) - chiedeva una suddivisione dei fondi alle associazioni venatorie ma la risposta individuata dai tecnici è stata che le associazioni venatorie potranno presentare la loro candidatura a progetti specifici banditi dalla Regione». Dopo l’accordo con Berlato, partirà oggi l’analisi del collegato alla legge di stabilità regionale con un corposo pacchetto di emendamenti da analizzare, più di un centinaio di cui quasi una trentina della giunta.
Berlato Fondi per attività culturali e per la mobilità venatoria