Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Via Frescobaldi, l’archivio si svuota I certificati chiusi in seimila scatole diventeranno a portata di clic
Il tribunale sigla un accordo per digitalizzare migliaia di atti di stato civile
Cercate l’atto di nascita di un vostro bisnonno? Volete ricostruire l’albero genealogico della vostra famiglia ma non riuscite ad ottenere i relativi documenti, che in parte potrebbero essere andati persi o comunque danneggiati durante le guerre? Non disperate. Di qui a qualche anno gli atti di stato civile saranno digitalizzati, archiviati e disponibili online, a portata di un semplice click. Pochi istanti e a costo zero. Un lavoro complesso ma quanto mai prezioso, perché garantirà la conservazione della memoria storica: quella di generazioni e generazioni di vicentini. Un’opera titanica per numero di documenti da digitalizzare, contenuti in seimila scatoloni. Dovrebbe ultimarsi in circa due anni e ha già preso il via: gli specialisti da qualche giorno sono al lavoro con cinque grandi macchinari nel magazzino comunale di via Frescobaldi dove sono stipati – su quattromila metri lineari - gli scatoloni con i documenti da fotografare e trasformare in formato digitale. E se questo è stato possibile è grazie sì alle nuove tecnologie ma in particolare alla convenzione siglata tra il tribunale di Vicenza – in prima linea la Commissione di sorveglianza e per lo scarto degli atti d’archivio presieduta dal giudice Elena Garbo - e la fondazione FamilySearch con sede a Salt Lake City, nello Utah (Stati Uniti) che dal 1894 raccoglie documenti per realizzare il più grande database online a libera consultazione (www.familysearch.org). Un’organizzazione mondiale, questa, che acquisisce, preserva e consente la consultazione dei dati storici di valore genealogico per lo studio e la ricerca degli archivi di famiglia. Lo farà anche con i dati dei vicentini. A titolo gratuito.
L’accordo operativo con il tribunale è del mese scorso e vede anche la collaborazione del Comune di Vicenza e dell’Archivio di Stato di Vicenza e Verona.
Per chiarire meglio l’operazione in atto è però necessario fare una premessa. Riguardo appunto lo Stato Civile. In ogni Comune sono conservati gli atti anagrafici – di nascita, matrimonio e morte - a partire dal 1861 o anni successi (comunque dopo l’unità d’Italia). Anche il tribunale era depositario di questi documenti (in seconda copia e con relativi allegati) fino al 1999 e proprio grazie a questa seconda copia ora è possibile recuperare parte degli atti che sono andati persi a seguito dei bombardamenti che hanno devastato alcuni Comuni. Solo uno dei vantaggi, così come evidenziato dal giudice Elena Garbo che presiede la commissione che ha stretto l’accordo per il progetto di FamilySearch. Con la digitalizzazione, inoltre, quei documenti che rischiavano di deteriorarsi o che lo erano già verranno salvaguardati, conservati senza problemi; per lo più, una volta archiviati grazie al software messo a punto da FamilySearch la consultazione sarà rapida ed agevole. Altro vantaggio da non sottovalutare il fatto che verrà liberata buona parte del magazzino comunale di via Frescobaldi: una volta ultimata la trasformazione dei documenti questi verranno trasferiti all’Archivio di Stato, a Verona.
I documenti che verranno fotografati e registrati saranno per ora solo una parte, circa due terzi: quelli fino alla data del 1962, visto che per i successivi (e cioè quelli fino al 1999) c’è il vincolo imposto dalla legge sulla privacy. Uno sforzo possibile grazie ai tanti volontari che partecipano al progetto sui registri anagrafici avviato da FamilySearch, che conta quasi cinquemila centri di storia familiare in 133 nazioni.
Nel 2011 ha anche siglato una convenzione con il ministero per i Beni Culturali per digitalizzare i milioni di immagini fotografate negli archivi di Stato e i dati di registri mai fotografati (consultabili sul portale Antenati).