Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Vicenza calcio, la Finanza setaccia i conti
Bufera sui biancorossi: sequestrata la contabilità del club, carico di debiti Il neo patron: «Così capirete perché non ho pagato». Ma ha degli assegni a vuoto
VICENZA
Vicenza calcio: ieri la Finanza ha perquisito il quartier generale di via Schio, a caccia di documentazione contabile e societaria, relativa allo stato economico e al rosso da 14 milioni del club. La procura ha aperto un’indagine e potrebbe chiedere i fallimento.
Nuova bufera sul Vicenza. Ieri mattina la guardia di finanza ha perquisito il quartier generale di via Schio e altri uffici collegati, a caccia di documentazione contabile e societaria relativa allo stato economico e alla situazione debitoria del club. Uno spettro si aggira per le stanze biancorosse: quelli di questi giorni potrebbero essere gli ultimi minuti di una partita lunga 115 anni. Un match che potrebbe chiudersi in modo disastroso, stando alle premesse: la montagna di debiti accumulati dal club biancorosso, alta 13, forse 14 milioni di euro.
A chiedere il fallimento al tribunale potrebbe essere anche la procura di Vicenza, una volta appurato lo stato (eventuale) di insolvenza della società, attraverso i documenti (e forse anche i supporti informatici) acquisiti ieri, dopo aver scandagliato i conti e le gestioni degli ultimi anni. Non sarebbe insolito: solo un mese fa è stata la procura di Palermo a depositare l’istanza di fallimento per il Palermo Calcio. L’inchiesta a Vicenza c’è già, per quanto al momento solo conoscitiva, senza ipotesi di reato né indagati. Le indagini sono affidate ai finanzieri della sezione di polizia giudiziaria e del nucleo di polizia tributaria. Il pubblico ministero Giovanni Parolin, d’intesa con il procuratore Antonino Cappelleri, ha agito di propria iniziativa, sulla base delle notizie dei mancati pagamenti degli stipendi ai giocatori e per «datati» procedimenti penali collegati ai debito con l’erario. I magistrati potrebbero anche essersi mossi su istanza fallimentare di Rivas, proprietaria del centro tecnico Morosini, sede degli allenamenti dei biancorossi, che lamenta 200mila euro di affitti non pagati. L’avrebbe presentata l’avvocato Roberto Atzeni, legale di Rivas e anche di Boreas Capital, che ha a lungo trattato l’acquisto del club. Su questo aspetto non ci sono però conferme certe.
Quest’ultimo è solo uno dei tanti debiti del Vicenza Calcio: c’è il mancato pagamento degli stipendi (e contributi) a calciatori, dipendenti e collaboratori, e la rata per il versamento dell’Iva (ce ne sono per 12 anni) pagata solo in parte e in ritardo rispetto alla scadenza del 30 ottobre. Poi c’è il Comune, creditore di circa 580 mila euro, anche questi spalmati in 12 anni, che attende ancora i 42 mila euro previsti dal piano di rientro. Comune che ora minaccia lo sfratto dal «Menti», mentre il centro tecnico di Isola Vicentina è già off limits, sempre causa debiti.
Nonostante il piano di ristrutturazione omologato dal tribunale di Vicenza a giugno 2016, la situazione debitoria è pesante. Sono una sessantina i creditori tra aderenti e non aderenti al piano. C’è il debito di circa sei milioni di euro verso l’agenzia delle Entrate, e di circa 600 mila euro nei confronti del Comune. C’è l’ex presidente del club, Alfredo Pastorelli, che è creditore di 1,8 milioni. C’è il presidente di Vi.Fin. Marco Franchetto, proprietaria prima della cessione all’attuale numero uno, Fabio Sanfilippo, che vanta 540 mila euro. Inoltre, nel bilancio della stagione chiusa al 30 giugno 2016 ci sono da ripianare minus valenze di 1,6 milioni: passività scaturite dalle cessioni (definite in estate) dei giocatori, venduti a valori più bassi di quanto a bilancio.
Per finire, il subentro come amministratore, il 18 dicembre scorso, del politico piemontese Fabio Sanfilippo (in foto), non ha certo migliorato la situazione: al momento solo promesse ma zero euro nelle casse del club. «Così ora comprenderete perché finora non ho immesso denaro nel Vicenza calcio – ha spiegato, com un testo criptico però –. Come sostenevo, le cose non quadravano e ora ne avete la prova. La finanza è venuta a controllare e a fare il proprio lavoro e non é detto che sia sinonimo di chiusura certa, in quanto non è legata (l’inchiesta) a notizie di reato né a procedure concorsuali, pertanto sarà sicuramente un buon contributo per far chiarezza». Chiarezza che i tifosi chiedono sul nuovo proprietario, con un passato non così affidabile: a suo carico il protesto di alcuni assegni emessi da New Big Club Srl, proprietaria del Big Club di Torino, discoteca che risulta riferibile a Sanfilippo anche se la conduzione avveniva a nome della moglie, Pasqualina Palumbo, a sua volta protestata.
Fabio Sanfilippo Come sostenevo, le cose non quadravano e ora ne avete la prova. L’azione servirà a fare chiarezza