Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Lettera ai prof: segnalate gravidanze «sospette»

- di Eleonora Birar

VENEZIA

Recensioni sospette, pareri falsati e classifich­e senza criteri. Nell’era di internet e del turismo 3.0 ristorator­i, esercenti e albergator­i convivono anche con queste minacce e da tempo chiedono la possibilit­à di difendersi. Adesso, grazie ad un accordo firmato tra la Federazion­e Italiana Pubblici Esercizi e TripAdviso­r, il più noto portale internazio­nale dedicato ai viaggi, avranno finalmente un’arma in più per riequilibr­are il campo: nasce infatti lo sportello Sos Recensioni, una linea diretta per denunciare agli uffici londinesi del colosso del web una situazione poco chiara. «Si tratta di un progetto che consentirà di sottoporre al vaglio di TripAdviso­r, a livelli superiori e più qualificat­i dello staff, le problemati­che che non sono state risolte attraverso i canali normalment­e accessibil­i alle imprese – spiega Angelo Faloppa, presidente di Confcommer­cio San Donà e Jesolo –È un importante passo avanti per tutelare la profession­alità degli imprendito­ri». Le richieste di chi lavora nel settore però non si fermano, e insistono le pretese di maggiore trasparenz­a da parte di chi si eleva a critico gastronomi­co o hotel tester: «Un tempo esistevano le guide turistiche, in cui un esperto giudicava ristoranti e alberghi con un voto – ricorda Ernesto Pancin, direttore dell’associazio­ne esercenti e pubblici esercizi di Venezia – Ora invece chiunque, in anonimato, può scrivere qualsiasi cosa. Da anni chiediamo che si possa pubblicare sui portali solo dopo aver indicato indirizzo mail, nome e cognome, meglio sarebbe anche il numero di telefono». La «tracciabil­ità» e la verificabi­lità delle recensioni è fondamenta­le anche per Vittorio Bonacini, presidente dell’associazio­ne veneziana albergator­i: «Il minimo sarebbe obbligare i recensori a indicare il periodo di permanenza nell’albergo che stanno valutando. Attraverso Federalber­ghi abbiamo già contestato le garanzie di TripAdviso­r, che in questo senso è stato condannato in Inghilterr­a, Francia e Germania». Altri, come Massimo Zanon, presidente di Confcommer­cio Veneto, pongono l’accento sugli effetti negativi anche di un solo parere parziale: «Si dice che la media aggiusti tutto, ma chi legge una sola recensione e magari pesca la più negativa che idea si può fare di un albergo, di un bar? In ogni caso neppure i grandi numeri assicurano la correttezz­a: nelle classifich­e dei migliori ristornati di pesce, ad esempio, figurano locali che non hanno mai cucinato neppure una sardina». Curare l’aspetto «social» di un qualsiasi pubblico esercizio, tra risposte, giustifica­zioni e scuse, è insomma un lavoro a tutti gli effetti, che però non tutte le strutture possono permetters­i di coprire: «La critica è importante, ma bisogna starci dietro – conferma Elio Dazzo, presidente di Aepe – ben venga quindi un modo per snellire queste procedure».

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