Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Montecchio, ospedale pronto nel 2020
Lavori alla Cmb Carpi, riapre il cantiere per il nosocomio unico dell’Ovest Vicentino
MONTECCHIO MAGGIORE
Ospedale unico dell’Ovest Vicentino, si va alla metà del 2020. Ieri è stata Usl 8 e Cmb Carpi hanno firmato la prosecuzione del cantiere di Montecchio Maggiore, bloccato da luglio. La Guerrato - che aveva dato avvio al cantiere nel maggio 2016 con l’impegno di una conclusione entro 1050 giorni – in estate è andata in crisi finanziaria, con conseguenze in tutti i cantieri aperti. Cmb Carpi avrà 965 giorni per portare a termine il lavoro.
MONTECCHIO MAGGIORE
Ospedale Unico dell’Ovest Vicentino, si va alla metà del 2020. Ieri è stata Usl 8 e Cmb Carpi hanno firmato la convenzione per la prosecuzione del cantiere di Montecchio Maggiore, bloccato da luglio. La rodigina Guerrato - che aveva dato avvio all’appalto nel maggio 2016 con l’impegno di una conclusione entro 1050 giorni – in estate è infatti andata in crisi finanziaria, con conseguenze in tutti i cantieri aperti. Cmb Carpi avrà 965 giorni per portare a termine il lavoro, sono stati aggiunti alcuni mesi in più per recuperare il tempo perduto: «Risolviamo positivamente una crisi che potenzialmente poteva bloccare in maniera definitiva il cantiere» osserva il direttore generale dell’Usl 8 Giovanni Pavesi.
La struttura castellana, che una volta ultimata andrà a sostituire anche l’ospedale arzignanese Cazzavillan, sorgerà su un’area di 34mila metri quadri (circa 10mila quelli coperti) con otto livelli in verticale. In tutto avrà 277 posti letto, tra camere singole (32) e doppie. Progettato dall’architetto Luisa Fontana l’ospedale avrà accorgimenti avanzati per l’isolamento termico e la produzione di energia da fonti alternative, 1140 metri quadrati di laboratori analisi e 1430 per attività radiologiche: presenti due sale Tac, due per la risonanza magnetica, quattro per la diagnostica radiologica, cinque per l’ecografia, una per la mammografia e una per la densitometria. L’appalto per il primo stralcio è da 40 milioni di euro e l’opera nel complesso costerà 55 milioni (anche il secondo stralcio sarà interamente finanziato da fondi pubblici, le risorse sono state stanziate qualche mese fa e sono disponibili). La prima parte era stata affidata appunto alla ditta rodigina che aveva vinto il
Pavesi (Usl 8) «Risolviamo una crisi che poteva bloccare in maniera definitiva il cantiere»
bando e aperto il cantiere a maggio dell’anno scorso con l’impegno di terminare entro fine 2019. Ma nel corso della prima metà del 2017 il cantiere ha progressivamente rallentato fino a fermarsi. Così, nei mesi estivi i vertici dell’Usl hanno prima intimato ai rodigini di andare avanti coi lavori, poi hanno risolto il contratto. Invece di fare un nuovo bando, per ridurre i tempi a quel punto si è verificata la possibilità di affidare senza costi aggiuntivi per l’azienda sanitaria l’incarico alla seconda classificata nel bando di gara, appunto Cmb.
Fatte tutte le verifiche del caso ieri Pavesi e il vicepresidente di Cmb Ruben Saetti, presente anche il direttore della sanità veneta Domenico Mantoan, hanno siglato l’accordo. Secondo Pavesi viene così sventato il rischio della «perdita dei finanziamenti. Siamo riusciti a minimizzare i tempi, facendo ripartire dopo solo pochi mesi il cantiere quando in passato situazioni simili hanno comportato stop ben più prolungati». L’accordo prevede una ripresa dei lavori entro fine gennaio. Soddisfatti anche i sindaci della vallata, a partire da Giorgio Gentilin (primo cittadino di Arzignano) e Milena Cecchetto (Montecchio Maggiore): temevano uno stop ben più lungo. «Apprezziamo il fatto che l’Usl non abbia perso tempo» sottolinea il presidente della conferenza dei sindaci Martino Montagna (Cornedo).