Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Neonata trovata morta a Musile, ora la madre si cerca nelle scuole
E-mail del ministero ai presidi: «Segnalate i parti sospetti». Indaga l’Arma
VENEZIA
«Segnalate eventuali situazioni di gravidanza». Sono più o meno queste le parole riportate in un’e-mail che hanno ricevuto alcune settimane fa tutti i dirigenti scolastici di tre regioni: Toscana, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.
Il mittente? L’Ufficio scolastico regionale di competenza, al quale i carabinieri del nucleo investigativo di Venezia hanno chiesto di collaborare per provare a rintracciare la madre della neonata che lo scorso 4 novembre è stata trovata morta tra i rifiuti a Musile di Piave, nel Veneziano.
Il corpicino era stato rinvenuto da un addetto ai lavori alla «Eco Patè», un’azienda che si occupa del recupero del vetro derivato dalle raccolte differenziate in un raggio territoriale che comprende Triveneto ed Emilia Romagna.
Il cadavere era stato riposto in un sacchetto e l’operaio lo aveva trovato mentre stava scaricando un camion di rifiuti appena arrivato nello stabilimento. Questo aveva portato la procura lagunare ad aprire un’inchiesta per soppressione di cadavere. Nel registro degli indagati, però, non c’è ancora un nome. Gli investigatori fin dal primo giorno hanno cercato di restringere il raggio delle ricerche. Hanno ipotizzato, in base alla provenienza del carico di rifiuti arrivato quel giorno, che il corpicino della neonata fosse stato gettato nell’immondizia a Bologna, Udine o Lucca.
Un’area ancora troppo ampia per poter trovare elementi utili a identificare la madre. Perciò hanno deciso di coinvolgere tutte le realtà che hanno a che fare, ognuna a modo proprio, con donne in gravidanza. Consultori, associazioni e, infine, istituti scolastici. A tutti hanno mandato la stessa e-mail. Un messaggio che ha lasciato sorpresi alcuni dirigenti scolastici delle scuole toscane, in cui si chiedeva se negli istituti di competenza «si siano verificati, da parte di studentesse, casi di abbandoni o assenze di rilievo o altre situazioni (ricoveri o interventi) che possano aver indotto a ritenere trattarsi di gravidanze (magari celate) nel primo caso oppure postumi da parto nel secondo».
Una procedura standard, secondo i carabinieri del nucleo investigativo di Venezia, che si attiva quando gli elementi da cui si parte per individuare la madre non sono sufficienti. Tra i presidi, qualcuno ha espresso disappunto dopo aver ricevuto l’e-mail, ma gli uffici scolastici hanno confermato che non si tratta di una raccolta di informazioni sulla vita delle studentesse. La richiesta di segnalazioni alle scuole rappresenta, per gli investigatori, una delle possibili piste da seguire. Finora i carabinieri hanno ricevuto alcune risposte, ma nessuna di queste segnalazioni ha dato una svolta all’inchiesta. Si trattava di informazioni che non hanno portato a individuare la madre della bimba, per la quale a Musile era stato anche organizzato un funerale.
Le ricerche richiederanno ancora molto tempo. Nel Veneziano questo è il terzo caso di ritrovamento di neonati in pochi anni. Il primo era stato abbandonato di fronte alla canonica a Santa Maria di Sala, il secondo a un anno di distanza nello stesso paese dietro un cassonetto. In queste due occasioni i bimbi erano stati trovati ancora vivi ma finora, nonostante entrambi gli abbandoni siano avvenuti in luoghi pubblici, delle madri non è stata trovata traccia.