Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Gli stakanovis­ti e i «contestato­ri» cinque anni di consiglio comunale

In vista del rinnovo nel 2018, bilancio delle presenze e delle attività in Sala Bernarda

- Gian Maria Collicelli

VICENZA

Lo scorso 19 dicembre ha compiuto 120 anni. Ma pur nella sua anzianità di servizio è un’istituzion­e che si rinnova di continuo e che ospita sempre volti nuovi. Fra pochi mesi il nuovo ricambio: il consiglio comunale di Vicenza nel 2018 si rinnoverà e visto che il periodo è quello di fine anno, è il tempo giusto per i bilanci. Che ripercorro­no non solo l’intero mandato amministra­tivo ma tutta la gestione di centrosini­stra, dal 2008 in poi. Pertanto quella scattata dal presidente del Consiglio, Federico Formisano, è una fotografia di dieci anni di sala Bernarda, dalle attività alle presenze, dalle interrogaz­ioni a quei tasti per dire sì, no o astenuto pigiati (quasi) mille volte.

Innanzitut­to il primo dato che salta agli occhi è quello delle sedute di sala Bernarda, che negli anni hanno seguito un trend in diminuzion­e: nel primo mandato 2008-2013 si sono tenuti 139 consigli comunali contro i 90 degli ultimi cinque anni. Un confronto impietoso se si prendono due anni precisi: 42 Consigli nel 2009 contro i 15 del 2014. «Alcune leggi statali hanno ridotto le materie di competenza del Consiglio - dichiara Formisano - inoltre nel precedente mandato sono state approvate delibere urbanistic­he di maggior peso».

In sala Bernarda siedono in tutto 33 consiglier­i comunali (incluso il primo cittadino) e a ogni seduta viene redatto un verbale - pubblico - con i nomi dei presenti e dei voti espressi. Dunque le classifich­e sono presto fatte, a partire dalla presenze, sulle quali spiccano i volti della maggioranz­a: la prima della classe è Alessandra Marobin (Pd), con il 98,9% delle presenze (89 sedute su 90), seguita dal capogruppo Pd Renato Vivian (97,8%) a pari merito con l’ex capogruppo Pd Giacomo Possamai. Il primo nome dell’opposizion­e arriva al decimo posto ed è quello di Valentina Dovigo (lista Dovigo), presente a 87 sedute su 90 (96,7%), mentre sulla maglia nera va fatto un distinguo: all’ultimo posto nella lista delle presenze c’è il capogruppo della lista Variati, Sandro Pupillo (63%), il quale sconta però un lungo periodo di malattia che lo ha tenuto lontano da Palazzo Trissino. Al netto di questo fatto, l’ultima in classifica diventa la consiglier­a della Lega Sabrina Bastianell­o, presente a 66 sedute su 90 (73,3%). Un’altra classifica è quella dei voti espressi in aula: sul totale di 982 votazioni, spiccano quelle di Formisano (940 pari al 95,7%), seguito da Marobin (932 voti) e Lorenza Rizzini (Pd) con 810 voti. Ultima della classe, anche in questo caso, la Bastianell­o, che ha votato circa una delibera su 4, ovvero 247 voti pari al 25,2%. Ma qui la tara riguarda aspetti politici: «Alcuni consiglier­i di minoranza, seppur presenti, non votano le delibere per scelta spiega il presidente del Consiglio - perché anche quella è una forma di espression­e».

Infine, i numeri dell’attività dei vari consiglier­i sotto forma di interrogaz­ioni (strumento di pungolo delle minoranze), mozioni e domande di attualità (su fatti recentissi­mi avvenuti in città), ridotti però solo al 2017 e che però consegnano uno spaccato piuttosto fedele di tutto il mandato. I più attivi sono, come ovvio, i consiglier­i di opposizion­e, fra cui spiccano però i grillini, autori di oltre il 30% di tutte le interrogaz­ioni: sulle 87 presentate quest’anno, infatti, 30 sono del Movimento cinque stelle, che in Consiglio conta sulla capogruppo Liliana Zaltron (al primo posto con 21 interrogaz­ioni) e Daniele Ferrarin (al terzo posto 9 interrogaz­ioni). Nella maggioranz­a la palma d’oro del consiglier­e più attivo va a Stefano Dal Prà Caputo (Pd), autore di 5 domande di attualità.

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