Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«I rischi? Chiusura dell’attività oppure il fallimento pilotato» L’esperto: nel primo caso salta tutto, il secondo dà una chance
Le perquisizioni della Finanza nella sede del Vicenza non lasciano presagire nulla di buono, ma prevedere il disastro sembra prematuro, anche se la situazione del club è senza dubbio molto seria. I debiti sono circa 14 milioni, c’è un 182/bis da non far saltare e per riuscire nell’obiettivo servono soldi, almeno 1,5 milioni di euro entro una settimana. La nuova proprietà del club finora non è andata oltre le promesse: in questo contesto il futuro del Vicenza è fortemente in bilico.
Cosa accadrà a gennaio quando ripartirà il campionato? La società riuscirà a finire la stagione senza essere esclusa dal torneo, come accaduto due mesi fa al Modena? «Possiamo ragionare solo per ipotesi – precisa l’avvocato padovano Vittorio Rigo, esperto di diritto sportivo –. Se si profilasse per il Vicenza il fallimento le ipotesi che un curatore può prendere in considerazione sono essenzialmente due. Prima: la chiusura dell’attività, ma verrebbe perso il parco giocatori, e i beni da cui si può ricavare qualcosa in una società di calcio sono pochi. L’altra ipotesi è la richiesta del curatore di autorizzazione all’esercizio provvisorio, con cui si cercherà di tutelare i creditori, mantenendo allo stesso tempo il parco giocatori e, con le risorse che il club ha a credito, arrivare alla fine del campionato, salvando il titolo sportivo e, in caso di salvezza sul campo, anche la categoria».
Una procedura che di recente ha attuato anche il Bari, che la Federazione non vede di buon occhio ma che teoricamente il Vicenza potrebbe attuare, visto che a gennaio c’è tutto il tempo per dare continuità alla società. «La procedura si può definire come un fallimento a stagione in corso, con il curatore che cercherà di diminuire al massimo i costi, a partire dagli ingaggi dei calciatori, andando a cedere nel mercato di gennaio quelli con contratti fuori budget. Il vantaggio per la società è che vanno onorati solo i debiti sportivi, che solitamente in un club sono pochi. Vengono invece azzerate tutte le passività verso i fornitori e anche verso l’Agenzia delle Entrate, col risultato che il monte debitorio generale viene abbattuto di molto». A giugno, salvato il titolo sportivo e la categoria, il Vicenza verrebbe ceduto dal curatore al miglior offerente. «Il curatore deve indire un’asta pubblica - chiude Rigo –. Con due, forse tre milioni il Vicenza potrebbe essere acquistato senza il monte debitorio attuale. Il club sarebbe più appetibile per imprenditori che vogliano investire nel calcio senza pagare i debiti altrui».
La chiave L’esercizio provvisorio permetter ebbe di finire la stagione, poi club all’asta