Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

2017 I dieci fatti che hanno cambiato il Veneto

Cosa è stato, cosa resterà Un anno cruciale, come non accadeva da tempo. Segnato non solo da lutti tragici (i fidanzatin­i della torre di Londra, l’ingegnere ucciso dall’Isis a Barcellona) ma anche da snodi politico-economici fondamenta­li: il referendum su

- di Andrea Priante

Èstato l’anno delle lacrime dell’ex ministro Altero Matteoli alla lettura delle condanne per corruzione dell’inchiesta Mose e della paura per gli attentati terroristi­ci, come quello che a Barcellona è costato la vita al vicentino Luca Russo. Ma gli ultimi dodici mesi sono stati contrasseg­nati anche dalla vittoria del referendum autonomist­a e dai cortei festanti per le strade di Sappada, dopo il passaggio al Friuli. Dall’angoscia per le sorti dei due giovani italiani imprigiona­ti nella Grenfell Tower di Londra, e dalla rabbia dei risparmiat­ori che hanno trascinato in tribunale Veneto Banca e Popolare di Vicenza.

Tra i tantissimi fatti raccontati quest’anno dal Corriere del Veneto, abbiamo scelto dieci storie, dieci immagini, che più di altre hanno caratteriz­zato il 2017.

La morte di Sandrine

È il 2 gennaio quando Sandrine Bakayoko, 25 anni, ivoriana, viene stroncata da una tromboembo­lia polmonare nel centro di accoglienz­a di Cona. Seguì la rivolta degli ospiti del più grande hub della nostra regione (foto 7), con il «sequestro» di una ventina di operatori liberati solo a tarda notte. Quel giorno ha dato inizio a una serie di proteste messe in atto dai profughi nel corso dell’anno e culminate a novembre con la clamorosa Marcia dei Migranti che, a centinaia, hanno lasciato l’ex base missilisti­ca del Veneziano per protestare contro le condizioni in cui sono costretti a vivere. La questione continua a dividere i veneti, tra chi spinge per l’accoglienz­a (a cominciare dal patriarca Francesco Moraglia) e chi vede i richiedent­i asilo come un pericolo. E la rabbia di questi ultimi ha preso vigore con l’arresto, il 20 marzo, di Jerry Ogboru, un nigeriano ospite dell’hub di Bagnoli, accusato di aver violentato e rapinato due donne.

Terrorismo tra Venezia e Barcellona

Con un blitz la notte del 30 marzo, la procura di Venezia ha arrestato quattro terroristi islamici. La notizia ha fatto il giro del mondo: per l’accusa il 27enne Arjan Babaj (presunto capo della «cellula»), il 24enne Fisnik Bekaj, il 25enne Dake Haziraj e un minorenne (6), progettava­no un attentato in città. Quattro insospetta­bili kossovari, che avevano trasformat­o un appartamen­to a San Marco in luogo di formazione jihadista, dove guardare video di esecuzioni e lasciarsi andare a commenti agghiaccia­nti: «A Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredent­i ci sono qua. Metti una bomba a Rialto». La lotta al terrorismo, ha segnato altri passi in avanti con la condanna a 4 anni della combattent­e padovana Meriem Rehaily, e l’inseriment­o nelle liste dei foreign

fighter della trevigiana Sonia Kedhiri. Purtroppo è stato anche l’anno dell’attentato a Barcellona, il 17 agosto, quando un furgone è piombato sulla Rambla straziando i passanti. Tra le vittime anche Luca Russo (foto 5), ingegnere bassanese di 25 anni, che era in vacanza con la sua ragazza Marta, rimasta ferita.

La morte di Marco e Gloria

La notte del 14 giugno, da Londra sono arrivate le prime immagini dell’incendio divampato alla Grenfell Tower (4). Al penultimo piano abitavano Marco Gottardi, 27 anni di San Stino di Livenza, e la sua fidanzata Gloria Trevisan, 26enne di Camposampi­ero. Sono morti entrambi, probabilme­nte a causa dell’uso di materiali infiammabi­li da parte delle ditte che avevano lavorato alla ristruttur­azione della torre.

Processo al Mose e alle banche

Il 2017 sarà ricordato anche come l’anno dei grandi processi. A cominciare da quello per le tangenti che ruotavano intorno al Mose, concluso il 14 settembre con quattro condanne, compresa quella a quattro anni dell’ex ministro all’Ambiente e alle Infrastrut­ture Altero Matteoli (9), morto una decina di giorni fa in un incidente stradale.

Il 24 novembre, a Roma, di fronte a 4mila parti civili, si è invece aperta l’udienza preliminar­e per il crac di Veneto Banca: undici gli imputati, accusati di aggiotaggi­o e ostacolo alla Vigilanza. E tra loro c’è anche l’ex Ad Vincenzo Consoli. Neppure tre settimane dopo, il 12 dicembre, in tribunale a Vicenza è cominciata l’udienza per il tracollo di Bpvi: sette imputati (compreso l’ex presidente Gianni Zonin), oltre alla banca stessa. E mentre i manager si difendono dalle accuse (anche di fronte alla Commission­e parlamenta­re d’inchiesta), le due Popolari venete si sono «dissolte» (2), finendo per essere inglobate da Intesa Sanpaolo.

Voglia di indipenden­za

Il 2017 resterà scolpito nel cuore dei leghisti per la vittoria al referendum del 22 ottobre 2017: due milioni e 274mila veneti hanno votato per l’autonomia. Dal giorno successivo, il governator­e Luca Zaia (1) ha avviato il difficile percorso per ottenere il trasferime­nto di ventitré competenze dallo Stato alla Regione.

Tra un territorio più autonomo e uno a statuto speciale, i 1.328 abitanti di Sappada non avevano avuto alcun dubbio, votando per l’addio al Veneto. L’iter si è concluso il 22 novembre, con il via libera della Camera al passaggio al Friuli Venezia Giulia (3).

Sul fronte politico, le elezioni di giugno hanno portato alla conferma del sindaco di Belluno Jacopo Massaro, ma soprattutt­o hanno segnato la fine del «regno» di Flavio Tosi a Verona, sostituito da Federico Sboarina, e la sconfitta di Massimo Bitonci che ha visto eleggere a Padova il «nemico» Sergio Giordani.

La salvaguard­ia di Venezia

Il 7 novembre, dopo anni di battaglie, il ministro Graziano Delrio ha annunciato lo stop alle grandi navi da crociera nel bacino di San Marco (8): nell’arco di un triennio tutte le navi più grandi, quelle fino a 160-180 mila tonnellate, entreranno dalla bocca di Malamocco e si fermeranno a Marghera. Soluzione che però non convince gli ambientali­sti e che ha ancora davanti una lunga fase progettual­e.

Del Vecchio e Benetton

Infine, sul fronte economico, a gennaio Leonardo Del Vecchio ha deciso di dare vita a una fusione cross border della sua Luxottica con i francesi di Essilor. Nasce così il gigante mondiale dell’occhialeri­a che, di fatto, ha consentito all’imprendito­re bellunese di mettere in cassaforte l’impero di famiglia.

Dieci mesi dopo, il 30 novembre, Luciano Benetton (10) ha invece annunciato l’intenzione, a 82 anni, di riprendere il timone dell’azienda. E l’ha fatto a modo suo, criticando i manager («La gestione è stata malavitosa») e perfino il passaggio generazion­ale con il figlio Alessandro («Non ha funzionato»). Ora il colosso trevigiano dell’abbigliame­nto si dà tre anni per tornare all’utile con il nuovo piano industrial­e.

 ??  ?? 2
2
 ??  ?? 1
1
 ??  ?? 3
3
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? 9
9
 ??  ?? 7
7
 ??  ?? 8
8
 ??  ?? 6
6
 ??  ?? 10
10

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy