Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Depero e l’arte della pubblicità negli anni Venti

- Tuzii

Quando la linea della matita crea icone capaci di entrare nella quotidiani­tà della gente. Dalle ceramiche Ginori al dado per brodo Liebig, dal Liquore Strega ai pavimenti Linoleum, fino ai magazzini della Rinascente. Nelle opere pubblicita­rie, Fortunato Depero (18921960) sintetizza­va le forme eliminando ogni tipo di estrosità, per rendere più efficace e diretto il messaggio. Un linguaggio capace di catturare l’attenzione e l’immaginazi­one di un pubblico eterogeneo, pur senza rinunciare a quelle implicazio­ni ludiche e ironiche che hanno caratteriz­zato tutto il suo iter artistico. Al lavoro pubblicita­rio ed editoriale dell’artista futurista nei suoi anni più fecondi, la Galleria d’Arte Contini di Cortina d’Ampezzo dedica la mostra «Depero. La Progettual­ità. Disegni per la pubblicità 1920-1928», che si è inaugurata ieri. Curata da Maurizio Scudiero, l’esposizion­e presenta 50 progetti inediti, provenient­i da un album nel quale Depero aveva collocato il meglio delle sue proposte reclamisti­che, mai pubblicate nel corso degli anni Venti. Olio, caffè e cioccolata, digestivi, matite, mattoni, sveglie, aerei e corse ciclistich­e, copertine di riviste e libri. «Fortunato Depero – sottolinea il gallerista Stefano Contini è stato senza dubbio un anticipato­re della Pop Art. Questa rassegna dimostra quanto fosse innovativo. Depero è più attuale che mai». Un racconto dell’Italia del Dopoguerra attraverso i marchi, alcuni noti e tuttora esistenti come quelli sopracitat­i - in questo caso questa carrellata di bozzetti ne racconta un pezzo di storia - , altri dal sapore antico e di cui oggi non ne sa più nulla, come le pastiglie per la gola Giuleb o il digestivo effervesce­nte Polvere di S. Celestino. Ed ecco il connubio arte-vita, da sempre inseguito dall’autore trentino nella sua ricerca espressiva. Nel bozzetto per la pubblicità della cioccolata calda della ditta Fago pensò di «umanizzare il prodotto» ideando un omino fatto di barrette di cioccolato che sostiene la tazza della gustosa bevanda. «Questo fondo collezioni­stico - spiega Scudiero - è una miniera di informazio­ni». Si tratta di disegni esecutivi, o finali, di quelli che poi sarebbero diventati i suoi coloratiss­imi collage usati per stampare copertine e manifesti.

Depero era senza dubbio un uomo di marketing, anche di se stesso, ma soprattutt­o – grazie alla sua idea di estetica totale – riteneva che l’arte pubblicita­ria avesse lo stesso valore della ricerca artistica tradiziona­le. Anzi, era un passo più in là. Tanto che nel 1926 decide di esporre alla Biennale di Venezia una sua pubblicità per Campari. Le réclame per Depero? «Arte fatalmente necessaria, arte fatalmente moderna, arte fatalmente audace, arte fatalmente pagata, arte fatalmente vissuta».

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 ??  ?? Anticipato­re Un disegno di Fortunato Depero in mostra alla galleria Contini di Cortina Nell’altra foto, Maurizio Scudiero con Stefano Contini (a destra)
Anticipato­re Un disegno di Fortunato Depero in mostra alla galleria Contini di Cortina Nell’altra foto, Maurizio Scudiero con Stefano Contini (a destra)
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