Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Un metro di neve e non è finita «Il rischio siccità? Per ora rimane»

Gli esperti: il meteo peggiora nel weekend

- Renato Piva

PADOVA

Tempo al tempo o, meglio: tempo al meteo. Un paio di giorni e sapremo se, dopo la neve del 27 dicembre (che ha mandato Cortina in tilt) e quella di Capodanno (meno intensa, molto minori i disagi provocati)sarà innevata, e quanto, anche la Befana. «C’è un cambiament­o meteo possibile nel fine settimana - dice Anselmo Cagnati, servizio neve e valanghe Arpav di Arabba - ma è troppo presto per dare le dimensioni del fenomeno. Sembra comunque un deciso peggiorame­nto, su tutte le montagne del Veneto».

Neve chiama neve eppure, a dispetto dell’enfasi della cronaca, le strade impraticab­ili e le auto bloccate nell’Ampezzano dopo Natale non hanno a monte un evento straordina­rio. «Non è stata una nevicata eccezional­e - ancora Cagnati Quella della notte tra 31 gennaio e primo febbraio 2014, con più di un metro di neve fresca, lo era stata. Qui stiamo parlando di 50, 60 centimetri, con punte di 80... E’ successo a Cortina, e siccome Cortina è il “termometro” di quel che accade in montagna, è stato descritto come catastrofe un fenomeno che, in verità, ha tempi di ritorno piuttosto bassi». Tradotto: capita, in media, ogni due anni: «Ma ci sono stagioni in cui nevicate di quell’intensità sono perfino doppie...».

Dal report Arpav di ieri, la fotografia (parziale, o a salti) della neve sul territorio. Picco a Col dei Baldi, comprensor­io del Civetta, con 144 centimetri di neve al suolo (16 caduti nelle ultime 24 ore). Quasi gemelle Arabba e Falcade: 85 e 87 centimetri. Sulle Dolomiti settentrio­nali valgono i numeri di Cortina (65 centimetri di neve, 13 caduti di fresco), Auronzo (47-15) e Passo Flazarego (11317). Due dati opposti per le Prealpi bellunesi: 90 centimetri ancora a terra a Casera Palatina, un velo di due centimetri caduti il primo dell’anno su Feltre. Prealpi vicentine, stessa logica: i tre centimetri di Asiago e i 74 (18 freschi) di Malga Larici, sempre nell’Altopiano. Baldo sotto 74 centimetri di neve, 15 recenti, nel Veronese, contro il centimetro uno di Boscochies­anuova. Panorama completato.

Il tema neve, comunque, porta con sé un’altra comanda, che tocca tutta la regione. Il Veneto viene da un’estate di siccità e anche le precedenti, almeno altre due, hanno portato difficoltà nell’approvvigi­onamento d’acqua in tanta parte del territorio. Si era detto, otto mesi fa: colpa delle scarse precipitaz­ioni in vetta durante l’inverno. Vuol dir che, con queste nevicate, il problema non si ripeterà? Italo Saccardo, responsabi­le del servizio idrografic­o di Arpav: «Un anno fa, nel mese di dicembre abbiamo avuto neve e pioggia pari a zero in tutta la regione. La neve caduta fa certamente bene ai bacini e ce la teniamo, ma per le previsioni sulla siccità è troppo presto. I tavoli sulla siccità li convochiam­o a febbraio e l’anno scorso avevamo lanciato un allarme, comunque preventivo. Non potevamo sapere cosa sarebbe successo nei mesi a venire e non lo sappiamo ora». Insomma, bene la scorta, ma se da gennaio a maggio pioverà poco o nulla e avremo alte temperatur­e, la scarsità d’acqua tornerà a pesare su campi e coltivazio­ni.

Ultima nota. «Con ciaspole e cani andate lungo i sentieri battuti», suggerisce Maurizio Ramanzin, docente di Wildlife conservati­on and manegement (corso in inglese) all’università di Padova. Perché? «La neve limita il movimento degli animali, li concentra in aree più ristrette. Cervi e caprioli, non trovando pascolo, scendono di quota. Se la difficoltà a recuperare cibo aumenta devono attingere alle riserve corporee e devono limitare i movimenti: non vanno disturbati!».

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Manto bianco A destra Cortina fotografat­a ieri. A sinistra la nevicata nella notte del 27 dicembre.

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