Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Venezia, lite e delitto Ucciso dal vicino di casa

Venezia, l’assassino si difende: «Non sapevo fosse lui, ho sparato perché temevo per la mia vita» L’ultimo post su Facebook, una donna e le rapine nei supermerca­ti: il movente resta un giallo

- Biral, Costa

Due colpi attraverso la porta. Così è morto ieri a Venezia Ivano Gritti, pregiudica­to della Giudecca, ucciso dal suo amico di vecchia data Ciro Esposito, napoletano trapiantat­o a Chioggia. L’assassino si è arreso ai carabinier­i.

È l’una e mezza della notte e in calle de le Chiovere, nel sestiere di San Polo, c’è un silenzio totale. All’improvviso delle urla, poi qualcuno che batte i pugni su una porta e sbraita: «Fammi entrare». I vicini che si svegliano capiscono subito da dove arrivano quelle grida, dalla casa di Ciro Esposito, un 51enne napoletano che ha occupato l’alloggio Ater in agosto. C’è un cane che abbaia forte, poi qualche attimo di silenzio e, all’improvviso, il rumore secco degli spari.

I due colpi di pistola vengono esplosi dall’interno dell’appartamen­to verso l’esterno e oltrepassa­no la porta. Chi si affaccia alla finestra vede un uomo a terra nel sangue. È Ivano Gritti, 47enne, della Giudecca. Uno dei proiettili lo ha raggiunto a un occhio e lo ha ucciso. Dieci minuti dopo arrivano gli operatori del Suem e i carabinier­i. Quando i militari suonano alla porta, si trovano davanti un uomo ancora con la pistola stretta in mano. Sono attimi di tensione, poi l’uomo abbassa l’arma: è Ciro Esposito, uno dei più cari amici di Ivano Gritti.

«Quando il pubblico ministero gli ha comunicato chi era la persona che aveva ucciso si è disperato, non lo sapeva», dice l’avvocato d’ufficio del presunto assassino. Ma per gli investigat­ori, le cose sono andate diversamen­te. E tra le piste in campo c’è anche l’ipotesi che i due uomini siano collegati alle rapine ai tre supermerca­ti di Venezia, verificate­si nelle scorse due settimane.

«L’ipotesi – dice il colonnello Claudio Lunardo, comandante provincial­e dei carabinier­i a cui il sindaco Luigi Brugnaro ha voluto fare i suoi ringraziam­enti per la velocità di intervento e per l’impegno nella sicurezza della città - è che ci sia stata una lite tra i due che è degenerata. Stiamo cercando di capire per cosa».

Intorno all’una e 20 una signora che abita lì ha sentito tre persone discutere in strada e poi spostarsi verso la casa di Esposito, al civico 3078/H. Non è chiaro se l’uomo, che risulta residente a Chioggia, sia rientrato o fosse già dentro. Di certo Gritti ha chiesto di entrare, bussando e chiamando. Esposito era dentro, non ha aperto, ha direttamen­te preso la sua calibro 9 con la matricola abrasa, l’ha puntata contro la porta e ha sparato due volte. Uno dei colpi ha raggiunto al volto Gritti, ferito mortalment­e all’altezza dell’occhio. La seconda ogiva è stata trovata nel cortile (l’autopsia stabilirà se è stato colpito altre volte). I residenti hanno dato l’allarme, più d’uno dice di aver visto un uomo scappare, forse un nordafrica­no che gli investigat­ori stanno cercando.

Mentre gli operatori del Suem cercavano di rianimare Gritti, Esposito ha aperto la porta. Armato. «Gli operatori sono stati bravi perché, con il personale del Suem che cercava di soccorrere la vittima, la situazione era difficile – spiega ancora Lunardo - Ci sono stati momenti di tensione finché Esposito ha posato l’arma a terra». Il sospettato è stato sentito al comando, di fronte al pubblico ministero Patrizia Ciccarese, in un interrogat­orio durato un’ora e mezza, durante il quale ha confessato di aver sparato. La sua versione, però, è diversa. «Non volevo uccidere nessuno, ho avuto paura che qualcuno volesse farmi del male», ha detto agli investigat­ori il 51enne. «Sostiene di essere stato preso dal panico di fronte ai colpi alla porta e di non aver riconosciu­to la voce del suo amico per colpa del cane che abbaiava. Ora è disperato», aggiunge invece il suo avvocato.

Ma sono tante le cose da chiarire. Una di queste è il fatto che, meno di mezz’ora prima dell’omicidio, Esposito aveva scritto un post su Facebook riferito a una donna. «Da te non me l’aspettavo. Ora è guerra aperta». Sono parole collegate a quanto accaduto, visto che la donna era amica di entrambi? L’altro elemento che stanno approfonde­ndo è come mai da qualche tempo la loro frequentaz­ione fosse diventata così assidua. «Forse qualcosa li ha messi contro – aggiunge Lunardo - stiamo verificand­o le loro amicizie, non si può escludere che ci siano degli interessi più rilevanti rispetto al loro rapporto». Uno dei sospetti è che la vittima e il suo assassino fossero legati alle tre rapine avvenute nelle ultime settimane in altrettant­i supermerca­ti del centro storico, l’ultima finita con un magro bottino. Per ora solo un’ipotesi, ma sulla quale i carabinier­i indagano.

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Amici Ivano Gritti e Ciro Esposito
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