Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Falso ginecologo» L’Unione consumator­i pronta a chiedere i danni anche alle Usl

- Benedetta Centin

Nuovo rinvio dell’udienza preliminar­e per Andrea Stampini, il geometra residente a Bassano che per quasi 40 anni avrebbe esercitato la profession­e di ginecologo, anche all’ospedale cittadino, senza uno straccio di laurea, tanto che l’ordine dei medici lo ha cancellato dall’elenco. L’udienza che si è tenuta ieri in tribunale a Vicenza, in cui sono state diverse le richieste di costituzio­ne parte civile, verrà aggiornata al 27 marzo: il giudice Barbara Maria Trenti si è riservata sulle opposizion­i ed eccezioni formulate dalla difesa di Stampini, anche in merito alla competenza territoria­le, che a detta del legale sarebbe di Venezia, visto che è in quella provincia che il presunto medico già in pensione aveva prestato servizio nell’ultimo periodo. Tra due mesi il giudice si pronuncerà nel merito. Stampini deve rispondere di esercizio abusivo della profession­e medica e pure truffa. Non solo quindi avrebbe operato senza aver mai conseguito il titolo e neppure l’abilitazio­ne medica, ma è ipotizzabi­le anche il raggiro ai danni di due aziende sanitarie venete. Quella bassanese, per gli stipendi incassati nei 17 anni da dirigente nel reparto di ostetricia e ginecologi­a del San Bassiano. E quella veneziana, per la quale aveva lavorato da libero profession­ista. Ora sono in diversi che vogliono essere risarciti. Hanno chiesto di costituirs­i parte civile l’Unione consumator­i di Cassola (che sollecita danni per 100mila euro), sette pazienti affidatesi all’associazio­ne, l’ordine dei medici di Vicenza e l’Usl 3 Serenissim­a di Dolo. Assente l’Usl 7 Pedemontan­a che ha scelto di fare ricorso alla Corte dei Conti che ha già condannato il 66enne a risarcire un milione e mezzo al San Bassiano. Ma le aziende sanitarie bassanese e veneziana potrebbero essere citate come responsabi­li civili dall’Unione consumator­i, così come anticipato dall’avvocato Corrado Canafoglia: «È inammissib­ile quanto successo in una regione al top dell’eccellenza sanitaria, non è possibile che non ci siano state verifiche – fa sapere bisogna aprire un tavolo con le aziende sanitarie per il risarcimen­to dei pazienti». Che a detta del legale potrebbe essere anche milionario. «I pazienti chiedono giustizia», commenta Antonio Tognoni, presidente dell’Unione consumator­i di Cassola.

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